Positiva alla coca: la bimba torna con i genitori
VENEZIA. Torna a casa insieme ai suoi genitori, dopo oltre quattro mesi, la neonata portata in ospedale con un taglio alla lingua e risultata positiva alla cocaina. Il Tribunale dei minori ha depositato martedì 31 il decreto con il quale revoca la sospensione della responsabilità genitoriale e il collocamento in comunità della piccola.
Decisiva per tale epilogo è stata la relazione del consulente della Procura di Venezia che ha smontato tutti i sospetti di maltrattamento ai danni della bambina scagionando completamente i genitori e inducendo il pm a chiedere l’archiviazione del procedimento aperto contro ignoti.
Due i passaggi fondamentali fatti propri dal Tribunale dei minori per restituire la bambina ai suoi genitori. Per quanto riguarda la ferita alla lingua, essa non appare qualificabile come “da taglio”, ma come “lacerocontusa”: questo significa che è credibile la versione della madre, secondo cui la bimba era caduta dall’ovetto battendo il mento e ferendosi con la cerniera della tutina rimasta incastrata tra le gengive. Con riferimento alla cocaina, la bimba presentava effettivamente tracce di droga sui capelli, ma in quantità assolutamente esigue, tali da far ritenere che essi siano stati contaminati dall’ambiente esterno, non escluso quello ospedaliero.
In sostanza: la neonata non è stata né maltrattata, né tantomeno drogata.
Scrive dunque il giudice dei Minori nel decreto che «essendo apparsa la madre adeguata nella cura della figlia e attenta ai suoi bisogni evolutivi e il padre molto affettuoso e presente, sempre interessato alle esigenze della bambina, come osservato all’interno della comunità ed essendo risultati entrambi, all’esito di un’approfondita valutazione tecnica, estranei all’abuso, anche risalente di sostanze stupefacenti (...) deve essere revocato il collocamento della minore in ambiente protetto e la sospensione della responsabilità genitoriale».
Il giudice prevede invece, almeno fino al 30 giugno, il mantenimento dell’affidamento della piccola ai Servizi sociali, per consentire il completamento della relazione sulle capacità genitoriali.
Con il provvedimento di ieri si chiude per la famiglia un incubo iniziato lo scorso 24 gennaio con il ricovero della bimba in ospedale, l’intervento chirurgico, i sospetti di maltrattamento per la particolare lesione alla lingua, gli esami secondo cui la piccola risultava positiva alla droga (e non invece i genitori), la presa in carico da parte della Casa del Bimbo Maltrattato, la segnalazione al Tribunale dei minori con la sospensione della potestà genitoriale e il trasferimento di madre e figlia in comunità, l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura ordinaria. Il tutto mentre i genitori spiegavano con forza la loro innocenza e ribadivano che la piccola era caduta, che era stato un incidente; e mentre il loro legale, l’avvocato Matteo Mion, sollecitava l’Azienda Ospedaliera a dimettere la neonata facendola tornare a casa con i genitori e garantendo loro la possibilità di difendersi e di dimostrare l’infondatezza dei sospetti.
«L’incubo è finito e questa è la cosa importante», spiega l’avvocato Matteo Mion, «ora mi aspetto, quantomeno, le scuse dell’ospedale. Ci sono state delle responsabilità evidenti: aver scambiato una ferita lacerocontusa per una ferita da taglio, aver sospettato l’assunzione di coca da parte della neonata quando in realtà si era solo sporcata i capelli e, forse, in ambiente ospedaliero. E ancora: aver tenuto la bambina in ospedale per due mesi. Questa vicenda è finita bene perché è intervenuta la Procura ordinaria che, con la consulenza tecnica, ha smontato tutte le accuse. E ciò ha messo fine all’inferno in cui la famiglia era precipitata. Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi: ci sono altre coppie, altri genitori che hanno vissuto o stanno vivendo un inferno simile? Ci sono altri casi scambiati per maltrattamenti? Se così fosse, si prospetterebbe la possibilità di una class action».
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