Portogruraro, l'ex primario di Ginecologia Cara patteggia per peculato

PORTOGRUARO. L’ex primario di Ostetricia e ginecologia di Portogruaro Vincenzo Cara, 65 anni, ha patteggiato nove mesi di reclusione, pena sospesa, per peculato. Gli episodi accertati dalla Procura di Pordenone risalgono al periodo in cui il professionista ricopriva l’incarico all’Usl 4 del Veneto orientale.
Cara, laureato e specializzato con lode all’Università degli studi di Messina, ha lavorato in passato alla Soc di Ostetricia e ginecologia di San Vito al Tagliamento ed è stato direttore della Sos “Diagnosi Prenatale e Anomalie Cromosomiche”. Dal 1981 al 2010 ha lavorato come ginecologo all’ospedale di Latisana ed è stato responsabile del Servizio di diagnosi prenatale. Professionista di chiara fama, è stato relatore in diversi convegni e autore di pubblicazioni scientifiche.
Incorre nell’ipotesi di peculato anche l’incaricato di pubblico servizio. L’accusa ha ipotizzato il mancato versamento delle somme di spettanza aziendale per l’onorario corrisposto da alcune pazienti per attività professionale intramoenia.
Il peculato è un reato contro la pubblica amministrazione che prevede pene molto severe, dai quattro anni a dieci anni e sei mesi, per il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che si appropria per ragioni del suo ufficio del denaro o di altra cosa mobile altrui. Se però ne viene fatto un uso momentaneo della cosa e poi scatta la restituzione è immediata, la pena si abbassa dai sei mesi ai tre anni.
Il professionista, assistito dall’avvocato Roberto Mete, ha subito risarcito. Interpellato sul caso, il legale di fiducia ha sottolineato come si sia trattato di «una vicenda dalla portata penalistica assolutamente contenuta».
«Il procuratore della Repubblica – ha osservato l’avvocato Mete – ha accordato un patteggiamento contenuto nel minimo possibile, riconoscendo il fatto di particolare tenuità, sia per l’irrisorietà del danno causato, prontamente risarcito, sia per una valutazione positiva dell’attività del medico. Il mio assistito è da sempre impegnato a fornire aiuto clinico alle donne. Ha messo infatti a disposizione dell’ente pubblico, a supporto dell’attività medica, attrezzature personali di valore, sostenendone integralmente i costi, cosa che, in ogni caso, ha determinato sostanziosi risparmi per l’Azienda sanitaria».
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