Portogruaro, picchia più volte la moglie e se la cava con dieci mesi

I maltrattamenti avvenuti in casa davanti ai figli, l’uomo non andrà in carcere. Apre il “progetto camper” della polizia di Stato contro le violenze di genere

PORTOGRUARO. Picchiata a casa dai davanti ai bambini. Umiliata due volte una donna del portogruarese. Il processo per maltrattamenti a carico del compagno è terminato lunedì a Pordenone e l’uomo, che l’ha resa diffidente per sempre verso l’universo maschile, e l’è cavata con una pena inferiore a un anno, 10 mesi con patteggiamento. Tutto questo all’inizio di novembre, il mese dedicato alla lotta conto le violenze di genere, e alla vigilia di un importante appuntamento, ovvero l’arrivo, giovedì in città, nel rione di San Nicolò, del camper della polizia di Stato. L’ultima vicenda di beffe, umiliazioni e vergogne è una donna residente nel mandamento portogruarese. Tra gli episodi di maltrattamenti uno ha destato particolare scandalo anche alle stesse forze dell’ordine. Lei ha lamentato di essere stata picchiata, davanti ai figli.

Un’umiliazione terrificante per la donna che ha avuto il coraggio di non farla passare liscia. Sono ancora poche, come lei. Lui non si farà un giorno di carcere. Per la giustizia non lo merita. Ha patteggiato 10 mesi ed è tornato in libertà. L’incubo dunque potrebbe ripresentarsi, e la donna, conosciuta nel mandamento, si è lasciata andare a un duro sfogo, lanciando pesanti accuse anche contro il “sistema paese”.

«Tra le cose che ho imparato dalla nostra brutta storia», – ha dichiarato – ricordo queste: ci vuole più coraggio a denunciare un danno subìto che a fare un danno. L’Italia non è un paese per donne. Chi trova un buon avvocato trova un tesoro. Non solo per vincere una causa, ma per arrivare fino in fondo senza sbroccare».

Quello della donna portogruarese, picchiata davanti ai figli, è un caso purtroppo non isolato, al centro della campagna informativa della polizia di Stato. Nessuno può girarsi dall’altra parte.

È nato così il il “Progetto Camper” contro la violenza di genere, anch’esso per impulso della direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, sotto il coordinamento della quale tutte le questure d’Italia stanno provvedendo ala sua attuazione. Stazionerà nei principali luoghi e momenti di aggregazione, mettendo a disposizione di tutti materiale informativo appositamente creato, oltre che il patrimonio professionale degli operatori. Non solo: i poliziotti saranno affiancati da personale medico, psicologo e personale delle locali reti antiviolenza, il cui apporto consentirà, così, di dare vita ad una vera e propria squadra multidisciplinare contro la violenza di genere. Per la miglior riuscita del progetto, pertanto, si è provveduto a richiedere il concorso nell’attività della Regione, tramite l’impulso ed il coinvolgimento dei centri antiviolenza e dei sindaci dei Comuni interessati.

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