Portogruaro, una piccola paziente scrive alla Pediatria: «Da grande farò l’ostetrica grazie a voi»

La tredicenne ha voluto ringraziare il reparto in cui è stata ricoverata per averle fatto capire che strada intraprendere. L’Usl 4: «Ti aspettiamo a braccia aperte»

Maria Ducoli
L'ospedale di Portogruaro
L'ospedale di Portogruaro

Una ragazzina di tredici anni trova se stessa nella corsia di un ospedale e capisce cosa voglia fare davvero da grande. La piccola paziente, una volta dimessa dal reparto di Pediatria dell’Ospedale di Portogruaro, ha mandato una lettera di ringraziamento all’Usl del Veneto Orientale.

«Sento proprio di volervi ringraziare», scrive, «per tutto quello che avete fatto per me. Inoltre, grazie a voi, vedendo come aiutate le persone, mi è venuta voglia, da grande, di diventare ostetrica, un lavoro che non avevo neanche mai preso in considerazione per il mio futuro. Ma chi lo sa, forse grazie a voi ho capito cosa voglio fare da grande».

Immediata la risposta dell’azienda sanitaria, che ha risposto alla giovanissima aspirante ostetrica: «Ti aspettiamo a braccia aperte nella nostra grande famiglia Usl 4».

La tredicenne, nella sua missiva, racconta tutta la paura che aveva quando i suoi genitori le avevano detto che era il caso di andare in Pronto soccorso. «Ero terrorizzata, perché l’ospedale è sempre stato un luogo a cui collegavo infermiere scortesi e dottori che ti fanno male» scrive, raccontando i timori di tutti i bambini di fronte ai medici, alla malattia, alla necessità di cure e alla lontananza - seppur temporanea - da casa.

Nella lettera, però, la piccola paziente rivela che lo scenario trovato in Pediatria non è stato per niente quello che si immaginava nel tragitto verso l’ospedale, tutt’altro. «Mi sono trovata benissimo, il personale è stato fantastico con me. Se avevo paura dell’ago, mi distraevano, quando ero un po’ giù mi facevano sorridere» prosegue, facendo capire come ogni piccola attenzione, ogni accortezza, siano state fondamentali non solo per trascorrere in maniera più serena il periodo del ricovero, ma anche per guarire perché, in fondo, anche la gentilezza è una medicina se viene ricevuta nel momento giusto, quando si è in difficoltà e non si sta bene, qualsiasi sia la malattia.

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