Portogruaro, lotta all’ictus ai vertici dell’eccellenza

Riconoscimento dell’Asl 10 alla “Stroke unit” del reparto di Neurologia del Civile Interesse dal Friuli per la squadra di medici e infermieri diretti dal dottor D’Anna
DIGITALFOTO LEGNANO INTERVENTO IN SALA OPERATORIA OSPEDALE (Per provincia Pag. 1 pos. 1 B )
DIGITALFOTO LEGNANO INTERVENTO IN SALA OPERATORIA OSPEDALE (Per provincia Pag. 1 pos. 1 B )

PORTOGRUARO. La sanità isontina guarda con interesse e una certa invidia il reparto speciale per il recupero da malattie cerebro vascolari, la Stroke unit del reparto di Neurologia dell'Ospedale Civile di Portogruaro, formato da una squadra di medici ed infermieri specializzati ognuno nel proprio campo, considerata dal direttore generale dell'Asl 10 Carlo Bramezza, il proprio fiore all'occhiello. Qualcosa di cui andar fieri. E all'incontro interregionale medico infermieristico di Neurologia tenutosi nei giorni scorsi all'ospedale San Polo di Monfalcone, ne sono state tessute le lodi e presa come modello di riferimento. «Questi scambi culturali servono a rinsaldare i rapporti sia scientifici che di amicizia tra le Asl di due regioni diverse», ha detto Carlo Bramezza, «è infatti importante l'impegno dei medici e del personale di comparto, per omogeneizzare i percorsi diagnostici e terapeutici per le malattie vascolari e degenerative del cervello». La squadra in questione rappresenta il modello più efficace per combattere l'ictus ischemico ed emorragico cerebrale, ed è il capolavoro del dottor Sebastiano D'Anna, personaggio dalle indubbie e riconosciute capacità professionali ed organizzative che ha portato il reparto Stroke Unit di Neurologia, ai più alti livelli, tanto da essere annoverato tra le eccellenze sanitarie. I collaboratori sia medici che infermieri, li ha scelti lo stesso primario D'Anna, tra i migliori laureati usciti dalle varie università italiane. Ha formato una squadra multiprofessionale comprendente neurologi cerebro vascolari, cardiologi, radiologi, fisioterapisti per la riabilitazione, infermieri altamente preparati ed esperti in questa patologia, con l'unico obiettivo comune a tutti i suoi componenti: il bene del malato colpito da ictus. In alcuni casi viene praticata per via endovenosa, anche la trombolisi (in chiave moderna), una terapia per ridurre al minimo il danno causato dall'ictus. Infatti nella Stroke Unit a parlare non sono i singoli ma l'équipe che applica per ogni paziente i protocolli più aggiornati in base alle sue caratteristiche, frutto di quotidiani breafing tra tutti i componenti la squadra. Ma è con la componente infermieristica, soprattutto notturna, che la Stroke Unit, sale in cattedra al punto che tra la chiamata del paziente e l'arrivo dell'infermiera passano pochi secondi. La prevenzione per l'ictus? Ed è ancora l'équipe a raccomandare un sano stile di vita, senza alcool e fumo.

Gian Piero del Gallo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia