Portogruaro, chiudono i cantieri Camuffo dopo quasi 600 anni di attività

Considerati gli Stradivari del mare, non hanno eredi: «Vendiamo le due barche e poi basta»

Rosario Padovano
Giacomo Camuffo all’interno di un suo yatch
Giacomo Camuffo all’interno di un suo yatch

Gli storici cantieri Camuffo di Portogruaro, i più antichi in attività e considerati gli Stradivari del mare, chiudono l’attività. A un passo - mancano solo tre anni - dai 590 anni. L’altro giorno è stato varato il terz’ultimo yacht, costruito in legno, dai cantieri navali di via Zambaldi.

L’imbarcazione, infatti, è stata adagiata sul fiume Reghena, come accaduto in questi ultimi decenni, e poi è stata trasferita a Porto Nogaro, dove nella locale darsena friulana ci sono altri esemplari di Camuffo, posti alla vendita.

Mancano gli eredi

Da oltre un decennio, infatti, l’attività si è ridotta, ma non per la crisi, quanto per la mancanza di eredi.

Giacomo, l’unico rimasto in vita, ha 91 anni. Marco, il fratello, morì 6 anni fa.

«Questo è un grande dispiacere – afferma Giacomo Camuffo, il titolare – ma io e mio fratello siamo rimasti senza eredi nessuno dei nostri parenti ha voluto raccogliere i frutti della nostra attività. Con il trasferimento a Porto Nogaro delle ultime due barche si chiude i battenti, definitivamente».

Le due barche rimaste

I due esemplari invenduti verranno trasferiti dal capannone di Portogruaro sempre alla darsena di Porto Nogaro. «Non è ancora possibile – ha spiegato la cognata del titolare, vedova di Marco – poter mettere in acqua i due esemplari rimasti, in quanto il gioco delle correnti non favorisce l’attraversamento del ponte».

È una difficoltà che si era notata anche l’altro giorno. Lo yacht è stato fatto transitare sotto il ponte sulla Triestina, lì dove il Reghena confluisce sul fiume Lemene, corso d’acqua che collega Portogruaro alle lagune e quindi al mare, solo con l’abbassamento del livello dell’acqua, dovuto all’abbassamento delle maree. Le due barche rimaste, quindi, verranno varate in periodi siccitosi o di bassa marea. Appena le due barche verranno messe sul fiume il capannone di via Zambaldi cesserà definitivamente di esistere.

La società resterà aperta soltanto per completare le operazioni di vendita delle due barche rimaste. Pochi giorni fa, una beffa ha fatto sfumare una vendita: «Un cliente svizzero era molto interessato a comprare una barca. Mi ha versato la caparra e poi è morto, per cause naturali. Gli ho restituito la caparra, ma l’imbarcazione ce l’ho ancora io».

Diciotto generazioni

Da diciotto generazioni i Camuffo con le loro imbarcazioni rinnovano i valori di unicità ed esclusività, che gli sono valsi il soprannome di “Stradivari del Mare”. Fondati nel 1438 a Candia (Creta) dal capostipite El Ham Muftì detto Camuffi.

La perdita di Costantinopoli da parte della Serenissima costrinse i Camuffi a emigrare e a trasferire l’attività a Chioggia. Fino al 1811 parteciparono ai lavori all’Arsenale di Venezia, da qui il trasferimento a Portogruaro, all’epoca città d’acqua.

«Con loro si chiude un’epoca secolare – dichiara il sindaco di Portogruaro Luigi Toffolo - voglio pensare che si possa immaginare un coinvolgimento dei Camuffo in una rivitalizzazione della viabilità fluviale del Lemene e del Reghena». —

 

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