«Porto Marghera in attesa del Centenario»
MARGHERA. «Cosa si celebra a Porto Marghera, dopo anni di battaglie perse, aziende chiuse, lavoratori disoccupati, degrado e abbandono?». La domanda rivolta otto mesi fa al sindaco Luigi Brugnaro – in qualità di presidente del Comitato per le celebrazioni del Centenario di Porto Marghera – dal segretario dei chimici della Filctem-Cgil veneziana, Riccaro Colletti, è ancora senza risposta.
Il Comitato per il Centenario di Porto Marghera è stato costituito su iniziativa del ministero dei Beni Culturali nel luglio dell’anno scorso, ma senza alcun rappresentante delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. È stato poi il ministro Franceschini a integrare il comitato con la nomina dei segretari di Cgil, Cisl e Uil veneziane (Enrico Piron Paolo Bizzotto, Gerardo Colamarco) che hanno partecipato all’unica riunione plenaria tenutasi in novembre scorso, poi più nulla. Il 2017, infatti, è già cominciato ma nessuno sa quali sono le iniziative in programma e soprattutto nessuno conosce i «contenuti» che avrà questa celebrazione che secondo molti – a cominciare dalle organizzazioni sindacali – dovrebbe «diventare l’occasione per confrontarsi ed elaborare un piano che garantisca il risanamento e il rilancio del polo logistico, energetico e industriale veneziano, il più grande d’Europa». «A Porto Marghera – torna a denunciare il sindacato dei chimici della Cgil veneziana – c’è solo degrado, deserto, abbandono, scomparsa di interi cicli produttivi, aree mai bonificate e dovevano arrivare code di imprenditori a portare profitto e ricchezza e invece sono rimaste vuote mentre molti lavoratori tirano avanti con gli ammortizzatori sociali e non sono ancora stati ricollocati».
Intanto, i segretari di Cgil, Cisl, Uil della Città Metropolitana in attesa di una prossima convocazione del Comitato, stanno mettendo a punto una loro proposta per «integrare le materie che verranno trattate durante tutto l’arco delle Celebrazioni del centenario».
Nello specifico i sindacati veneziani vogliono mettere all’ordine del giorno «soprattutto temi riconducibili al lavoro e allo sviluppo di un territorio che da troppo tempo attende programmazione e opportunità». Cgil, Cisl, Uil pongono l’accento «sull’importanza che le celebrazioni del più importante sito industriale d’Europa, antepongano a tutti gli altri temi il lavoro, non solamente da un punto di vista storico, ma soprattutto, in base alla storia e all’esperienza maturata negli anni, di restituire una visione del territorio e del suo sviluppo basata sull’armonia dei fattori che compongono la sua ricchezza con una spiccata attenzione al settore manifatturiero, alla salute del lavoro e del territorio e il ruolo del sindacato nel contrasto ai fenomeni di terrorismo».
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