"Porto la spiaggia fascista in Romagna"

CHIOGGIA. «Domani vado in Romagna, a fondare un’altra spiaggia fascista». Il messaggio sul telefonino, inviato da Gianni Scarpa, l’ex gestore di Punta Canna, vuol dimostrare sicurezza, ma solo apparentemente. Al telefono, infatti, lo stesso Scarpa è molto più possibilista. Quando, alcune settimane fa, l’accusa di apologia del fascismo si è sgonfiata ma, contemporaneamente, i soci della Summertime (la società titolare della concessione demaniale) gli hanno comunicato l’intenzione di cessare il rapporto lavorativo, Scarpa aveva già prefigurato, per se stesso, due alternative: il ritiro dalle attività o il trasferimento in Romagna, da dove gli erano giunte delle proposte. E ora sta esplorando questa possibilità. Con prudenza.
Del resto, per lui, si tratta di ricominciare da zero a 64 anni, sia pure con un bagaglio di esperienza e di polemiche che, inevitabilmente, si porterà dietro. «Starò via una settimana», spiega, «e visiterò due grossi stabilimenti, a Rimini e a Riccione. Quest’estate, quando era scoppiato il mio caso, erano venuti a vedere Playa Punta Canna in incognito e, a fine giornata, si erano presentati e mi avevano invitato da loro. Col tempo ho ricevuto delle offerte molto interessanti e vado a vedere cosa si può fare. Non c’è ancora nulla di deciso, ma questa idea di lavorare in Romagna mi piace. Qui a Sottomarina, ormai no. Non me la sento. Anche se, checché ne dicano i giornali, c’è un ottimo rapporto con i miei ex datori di lavoro, la considero un’esperienza finita».

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