Porto, accordo modificato San Basilio riapre alla città

È stato illustrato ieri ai capigruppo l’emendamento di giunta alla delibera Niente edificazioni, ma restano opinioni diverse tra l’Autorità e Comune sui park
Di Alberto Vitucci

La nuova stazione Marittima di San Basilio ridotta a 2 mila metri quadrati. Le nuove edificazioni (28 mila metri cubi) eliminate. E l’intera parte dismessa dal Porto – dai Magazzini Frigoriferi al ponte in legno di San Basilio, passando per la caserma della Finanza – riaperti alla città, con un ideale prolungamento delle Zattere. Sono questi i punti più importanti dell’emendamento presentato dalla giunta e dall’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli alla delibera sull’Accordo di programma Porto-Comune per il nuovo assetto dell’area interessata dall’arrivo del tram. Un provvedimento che era stato bocciato nell’ultima seduta del 2012 perché ritenuto un po’ troppo «filoportuale». La maggioranza aveva sollevato un caso politico, con quasi tutto il Pd, l’Idv, il Psi, la lista «In Comune» e la Sinistra decisi a modificare l’accordo. Sul piatto c’è lo sviluppo urbanistico dell’area portuale che va dalla Marittima a San Basilio per i prossimi anni. Il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa ha messo nero su bianco sul nuovo Pot (Piano operativo triennale), i suoi obiettivi fino al 2015. Priorità è la realizzazione del nuovo terminale off shore al largo dell’Adriatico, opera da due miliardi e mezzo di euro per accogliere in mare aperto le grandi navi portacontainer. Seconda priorità, il traffico croceristico. «Non ci sono alternative alla Marittima», ha scritto senza mezzi termini. Poi lo sviluppo e la «valorizzazione» degli immobili e delle aree di proprietà demaniale. «Che potrebbe essere aumentata», si legge nella relazione distribuita ai membri del Comitato portuale, «con il prossimo arrivo del tram». Il tram che la giunta ha deciso di fare arrivare a San Basilio. Che potrebbe stravolgere gli equilibri dell’area. «I capannoni devono restare a uso universitario», dice il rettore dell’Iuav Amerigo Restucci. «In tutto il mondo le aree portuali dismesse vanno alla città», ribadisce l’ex assessore all’Urbanistica Stefano Boato.

Ieri pomeriggio a Ca’ Farsetti riunione di maggioranza presieduta dal sindaco Giorgio Orsoni. È stato illustrato ai capigruppo il nuovo testo che dovrebbe essere votato lunedì e sarà discusso domani mattina in commissione. L’accordo con il Porto sembra raggiunto sulla parte est di San Basilio. Anche se l’Autorità portuale chiede in cambio l’autorizzazione a costruire un garage multipiano per recuperare i posti auto (qualche decina), ora davanti alle sedi universitarie. Molto difficile che la Soprintendenza possa consentitre il via libera in riva alla laguna, davanti alla chiesetta di Santa Marta. La soluzione potrebbe essere un parcheggio a raso sulla banchina Isonzo. Una commissione tecnica è al lavoro, in vista della seduta del Comitato portuale del 16 gennaio che dovrebbe approvare il Pot. «Ma se per il Porto il nostro Pat non vale, figuriamoci il loro Pot», dice Beppe Caccia, capolista di «In Comune», «per quello che mi riguarda è solo uno strumento di lavoro del Porto». Distanti le opinioni sul futuro dell’area. Che il Porto e il suo presidente non nascondono di voler trasformare in un moderno centro residenziale e terziario. Sul mercato saranno messi tra poco, come si legge nel Piano, la sede dell’Autorità alle Zattere, l’ex caserma della Capitaneria in Rampa Tronchetto, il Mercato all’Ingrosso del Tronchetto, anch’esso di proprietà del Demanio. E alcuni capannoni. Che l’Università chiede ma il Porto intende «valorizzare». Braccio di ferro in corso.

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