Portinerie bloccate, interviene la Digos

Braccio di ferro per la protesta dei lavoratori di Versalis (Eni) che non hanno permesso il cambio turno. Sicurezza a rischio
Di Gianni Favarato
MARGHERA FAVARATO: SCIOPERO CHIMICI. 02.04.09 LIGHT IMAGE
MARGHERA FAVARATO: SCIOPERO CHIMICI. 02.04.09 LIGHT IMAGE

MARGHERA. Tensione alle stelle fino a tarda notte ieri davanti alla principale portineria del Petrolchimico, per la protesta dei dipendenti di Versalis spa (Eni) che hanno presidiato per tutto il giorno l’ingresso 9 per chiedere il mantenimento del piano di investimenti per la “chimica verde” a Porto Marghera e l’integrità societaria di Versalis spa per la quale Eni sta cercando un partner internazionale.

I lavoratori, entrati al lavoro ieri mattina alle 6, sono rimasti al loro posto anche dopo le 14 in quanto i loro sostituti del turno 14-22 non sono entrati al lavoro per dar loro il cambio. Il mancato rinnovo del turno ha comportato la permanenza al lavoro per molte più ore rispetto l’orario contrattuale dei turnisti entrati nello stabilimento del cracking alle 6 di ieri mattina. Le regole di sicurezza per prevenire incidenti e infortuni in impianti chimici “a rischio di incidente rilevante”, prevedono che dopo un massimo di 16 ore di lavoro chi opera negli impianti chimici debba essere assolutamente sostituito da un altro lavoratore. Dopo di che, come è già successo qualche anno fa nello stabilimento di Vinyls Italia (ex Ineos) in commissariamento straordinario, i lavoratori del cambio turno vengono accompagnati, su indicazione della Prefettura, con la scorta della polizia al loro posto di lavoro.

Il braccio di ferro tra lavoratori e direzione aziendale è cominciato dopo l’annuncio dei vertici della capogruppo Eni che vuole porre fine alla pratica decennale di protesta sindacale che comporta la messa “al minimo tecnico” degli impianti produttivi che funzionano a ciclo continuo. Già il 20 novembre scorso Versalis aveva inviato una preoccupata lettera al prefetto di Venezia, in previsione di uno sciopero articolato di due ore che avrebbe comportato una «modifica degli aspetti produttivi in esercizio in impianti a ciclo continuo, ingenerando così potenziali problemi di sicurezza in uno stabilimento riconosciuto dalla normativa europea e nazionale a rischio di incidenti rilevanti». Nella sua lettera, Versalis avvertiva la Prefettura che gli annunciati blocchi dell’ingresso 9 potevano protrarsi per tutta la giornata e perciò i dirigenti aziendali chiedevano al Prefetto di «salvaguardare gli accessi del personale di turno negli impianti produttivi per assicurare la sicurezza negli impianti in marcia».

Così ieri sera, quando ormai i dipendenti del turno delle 6 del mattino erano a loro posto di lavoro da oltre 12 ore, sono cominciate febbrili trattative - messe sotto osservazione dal prefetto - tra la direzione aziendale, le segreterie dei chimici di Cgil, Cisl, Uil veneziane e la rappresentanza (Rsu) sindacale unitaria. Da parte dell’azienda è stata ribadita la necessità di «garantire il cambio turno», mentre i rappresentanti sindacali dei lavoratori hanno insistito con la richiesta di effettuare, come fanno da anni e anni, lo sciopero con la messa “al minimo tecnico degli impianti”.

Il risultato di questo braccio di ferro, in mancanza di un passo indietro di una delle parti in conflitto, potrebbe portare all’intervento degli agenti della Digos per porre fine al blocco della portineria e garantire con la forza il cambio turno.

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