Porte aperte al T Fondaco «Speriamo porti lavoro»

Reazioni positive da parte dei commercianti della zona, che confidano nel rilancio «Sono stati anni duri con il cantiere, chissà che ora arrivino turisti di livello più alto»
Di Vera Mantengoli

Il Fondaco della speranza. Per i commercianti dell’area rialtina il nuovo megastore di lusso, che apre oggi al pubblico, potrebbe essere decisivo per riqualificare il cuore della città. Qualche perplessità arriva soltanto da chi lavora in zona Erbaria, perché si teme che i flussi turistici si fermino in Campo San Bortolo.

In generale però le attività circostanti sperano che l’alta qualità dell’offerta dei negozi del Gruppo DFS porti un turismo disposto a spendere. Insomma, ci si aspetta un positivo effetto a cascata: «Siamo contenti che finalmente il palazzo riapra», afferma Giacomo Pugni di Colette Style, «perché quando è stato chiuso è rimasto per molto tempo abbandonato. Poi abbiamo avuto per tre anni le impalcature e tantissima polvere ogni giorno e per noi che siamo di fronte non è stato facile. Speriamo che in futuro questi sacrifici vengano ricompensati con un turismo di alta qualità». In effetti per tre lunghi anni la struttura è stata impacchettata: «Di sicuro adesso la calle è più luminosa e spaziosa», ha detto il personale di Bacaro Jazz, «e questo la rende più accessibile. Siamo stati tanti anni con l’impalcatura davanti che ha reso la calle meno attrattiva».

Per Sergio Ferrarese dello storico negozio di abbigliamento Buosi, di sicuro porterà una ventata di novità: «Dicono che molti turisti verranno portati con dei lancioni dal Tronchetto», afferma il commerciante che da 30 anni gestisce la sua attività in Campo San Bortolo, «ma di sicuro arriverà più gente anche solo per la curiosità di vedere il palazzo trasformato di cui si è parlato tanto in questi anni». Entusiasta Michela del negozio La Carta con l’ingresso di fronte alle vecchie buche per telegrammi e lettere. «Ha creato moltissimi posti di lavoro», commenta, «e più gente a Venezia arriva, più si lavora. Ben venga il Fondaco e ben vengano i turisti che arriveranno».

Nessuno teme di essere lasciato da parte. «Credo che l’apertura sia molto positiva per questa zona», spiega Giulia Cozzin del negozio di abbigliamento Anni Ruggenti, vicino a Coin, «e speriamo che porti un tipo di turista di un livello più alto in modo che ne risenta anche tutta l’area circostante». Maggiore disponibilità economica significa per chi ha dovuto affrontare anni di crisi anche una possibilità di ripresa: «Sono qui dagli anni Ottanta», racconta la signora del piccolo negozio di vetro “Murano” in Campo San Bortolo, «ho sempre continuato a tenere opere dei grandi maestri vetrai, ma con la crisi nessuno comprava. Spero che ci sia un pubblico più disposto ad acquistare e che faccia anche un giro per i negozi vicini».

Speranzosi anche i commercianti del Ponte di Rialto: «Si dice che porteranno i turisti nei lancioni», afferma Filippo Prevedello del negozio di articoli sportivi Kappa a Rialto, «ma se li lasceranno anche girare di sicuro avrà una ricaduta positiva per l’area, dai ristoranti ai tabacchi e ai negozi limitrofi». A sbuffare solo qualcuno dei negozi di fronte all’Erbaria, convinto che il Fontego bloccherà i turisti in Campo San Bortolo, ma sono poche voci. La maggioranza spera in una rinascita di Rialto.

“T Fondaco” aprirà da oggi a tutti, dalle 9.30 alle 19.30, con le sue scale mobili rosso fuoco e d’ottone dorato, i suoi porticarti carichi di merce griffata, la Food Hall e l’area artigianale souvenir al piano terra, fino al nuovo piano in vetro che ospita un’installazione di plessi e la terrazza con vista sulla città: per accedervi bisognerà prenotarsi alla reception.

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