Ponte sul Brenta, stop di due mesi

Il consiglio regionale approva la sospensione dell’iter burocratico

CHIOGGIA. Sessanta giorni di tempo per riflettere sul destino del ponte-sbarramento sul Brenta. La maxiopera da 22 milioni di euro sarà oggetto di un approfondimento di analisi per verificare i dubbi tecnici sollevati. Così ha deciso il Consiglio regionale nella seduta di giovedì accogliendo l’istanza che da sei anni portano avanti i titolari delle darsene di Brondolo.

La sospensione dell’iter per 60 giorni è stata votata quasi all’unanimità, con il solo voto contrario del consigliere Udc Stefano Peraro. La mozione, originariamente presentata da Pietrangelo Pettenò (Rc), è stata poi appoggiata da Pd e Idv e aggiustata nel testo dal consigliere Pdl Carlo Alberto Tesserin. La discussione è approdata in Consiglio dopo i dubbi sollevati qualche settimana fa dal professor Luigi D’Alpaos, ordinario di idraulica all’università di Padova, che in un dibattito tv aveva ipotizzato problemi di allagamento in caso di piena. Ne era seguita una commissione consiliare ad hoc e poi il Consiglio. La mozione chiede una risposta tecnica su quattro punti: se si è scelta l’ubicazione più idonea; se i previsti aumenti del livello del Brenta siano compatibili con la sicurezza idraulica degli argini; se le conche di navigazione, sia quelle nuove che quelle preesistenti, siano in grado di smaltire con sufficiente snellezza il traffico natanti; se il progetto prevede l’indennizzo dei danni eventualmente arrecati agli operatori economici.

La giunta dovrà rispondere in commissione entro 60 giorni e comunque prima dell’avvio dei lavori (il bando è scaduto ai primi di luglio ndr). «È il primo segnale positivo dopo sei anni di battaglie e 60 giorni di presenza sotto il municipio», commenta Marino Masiero a nome delle darsene, «oggi ci sentiamo davvero vincitori».

Minimizza invece il sindaco. «Questo tempo servirà per fugare qualsiasi dubbio», spiega Giuseppe Casson, «sono certo che le risposte daranno prova che questo progetto è il migliore per rispondere alle esigenze del mondo agricolo e dell’ambiente». (e.b.a.)

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