Ponte sul Brenta, spariti i soldi

Chioggia. Rinviati i lavori per lo sbarramento anti cuneo salino. Danni enormi alla colture orticole
CHIOGGIA. “Spariti” i fondi ministeriali per realizzare lo sbarramento anti cuneo salino sul Brenta, che eviterà la desertificazione dei terreni e danni irreparabili all’agricoltura.


I lavori per lo sbarramento, che permetterà anche un collegamento viario ulteriore tra Sottomarina e Ca’ Lino grazie alla carrabilità della parte superiore, dovevano partire mesi fa e poi erano stati spostati al prossimo autunno, ma potrebbero slittare di nuovo.


Lo ammette l’amministrazione comunale spiegando che ci sono delle difficoltà nello stanziamento (oltre 15 milioni di euro) da parte del Ministero dell’agricoltura. L’opera, di cui si parla da decenni, è stata prevista con un accordo di programma che mette insieme Ministero, Regione, Consorzio di bonifica Adige Euganeo e Comune (che aggiunge proprie risorse per la realizzazione del ponte).


L’appalto era già stato affidato, ma prima di aprire il cantiere si attendeva l’esito del ricorso presentato dalle darsene del Brenta al Tribunale superiore delle acque di Roma. Il ricorso è stato respinto, nello scorso febbraio, e tutti pensavano che i lavori partissero in velocità. Tanto più che l’opera è attesa dagli agricoltori come la manna, soprattutto dopo una siccità straordinaria come quella di quest’anno.


«Le produzioni orticole stanno soffrendo come mai in precedenza», spiega Giuseppe Boscolo Palo, amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto, «la nostra regione si accinge a chiedere lo stato di calamità, l’acqua di mare sta risalendo tutti i fiumi e l’agricoltura è in ginocchio… I cambiamenti climatici ci dicono che sarà sempre peggio. Eppure esiste un progetto approvato e finanziato per realizzare lo sbarramento del Brenta che fermerà il cuneo, ma i lavori non partono. Mi domando quali siano le ragioni che impediscono la realizzazione di un'opera che metterebbe in sicurezza idrica migliaia di ettari. Se qualcuno è venuto meno ai propri impegni sarebbe bene saperlo nel rispetto verso i produttori agricoli. Un deciso segnale potrebbe intanto darlo la politica locale convocando con estrema urgenza una commissione pubblica in cui invitare tutti gli enti coinvolti nel progetto». In effetti qualche problema di cassa c’è e lo spiega l’assessore ai lavori pubblici Elga Messina.


«Stiamo verificando quali siano i motivi di questo notevole posticipo», spiega la Messina, «dall’autunno 2017 a metà 2018 e forse oltre. Il posticipo è dovuto a difficoltà nello stanziamento dei fondi da parte del Ministero dell’agricoltura. L’amministrazione comunale non ha responsabilità, anzi abbiamo fatto tutto il possibile in questa situazione, non a caso siamo stati l’ente che in più occasioni ha convocato incontri con gli altri soggetti per fare il punto della situazione. Convocheremo a breve una commissione consiliare pubblica con tutti gli enti coinvolti, per fare chiarezza una volta per tutte, comprendere quali saranno le reali tempistiche di inizio dei lavori e dare risposte certe alla città».


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