Ponte di Rialto, è ancora allarme: la balaustra esterna cede

Nuovo allarme per il ponte. I Tajapiera hanno concluso ieri i primi restauri delle colonne danneggiate

VENEZIA. La balaustra in pietra d’Istria del ponte di Rialto è inclinata verso l’esterno. Le pietre dopo quasi cinque secoli si sono assestate, a anche a causa di restauri sbagliati. E hanno bisogno di cure urgenti. Nuovo allarme per uno dei monumenti più famosi del mondo. Dopo gli scalini rotti e le pietre danneggiate, adesso i riflettori sono puntati sulla struttura portante del ponte, attraversato ogni giorno da migliaia di veneziani e di turisti. Un cedimento evidente, che deve essere fermato. Se ne sono accorti gli artigiani del Consorzio Tajapiera veneziani, che hanno ultimato proprio ieri il restauro del tratto di Balaustra dei Camerlenghi, ai piedi del ponte verso verso Ruga dei Oresi. Con il parapetto anche l’unica scalinata in pietra d’Istria è stata sistemata dopo il crollo dello scorso anno, con il danneggiamento di una colonnina. Della riparazione si è occupato il Consorzio, con progetto del restauratore Giovanni Giusto. Un lavoro offerto alla città (comprese le impalcature della ditta Mozzato), del costo stimato di circa centomila euro. Lavoro prezioso, che ha consentito di curare le antiche ferite del Ponte, aggravate da restauri non proprio ortodossi. Cemento al posto del piombo, polvere di marmo al posto della pietra d’Istria originale. «Il risultato», dice Giusto, «è che si è irrigidita la struttura e così si sono accelerati i processi di degrado. Sulle 12 colonnine restaurate, ben dieci sono risultate gravemente danneggiate. Spariti e mai sostituiti anche gli elementi di incasso, che garantivano l’ealsticità del ponte». Gli artigiani del Consorzio hanno rimesso in essere gli elementi orginali, a cominciare proprio dal piombo e dalla calce, che hanno garantito la sopravvivenza del Ponte negli ultimi 421 anni.

«Un intervento pilota», dice Giusto, «che speriamo possa essere esteso, rispettando l’antica a e unica tecnica costruttiva dei Veneziani».

Proprio monitorando il prezioso monumento, gli artigiani si sono accorti dei tanti punti di criticità presenti nella struttura. «La parte superiore della grande balaustra che dà verso il Fontego dei tedeschi», dice il restauratore, «si sta pericolosamente allargano. Questione di centimetri, ma un processo che va fermato prima che diventi emergenza. Per restaurare il Ponte però ci vogliono risorse che il Comune non ha. Questione di giorni, settimane, e forse potrebbe arrivare la conferma della sponsorizzazione tanto attesa. Renzo Rosso, titolare della Diesel, potrà contribuire con qualche milione di euro al restauro.Una meraviglia che il mondo ci invidia. Il ponte di Rialto venne ultimato nel 1588, costruito su progetto dell’architetto Antonio Ponte in sostituzione di quello duecentesco in legno. Anni di dibattiti e discussione, poi la scelta di costruire il nuovo ponte. Tre rampe e balaustre esterne, le botteghe all’interno. Ma adesso, dopo più di quattro secoli, il ponte di Rialto ha bisogno di cure. Il primo intervento si è conclusa sulla rampa dei Camerlenghi. Adesso tocca alla rampa del Buso e a quella del Vin. E poi alle balaustre e ai quasi trecento gradini.

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