Ponte di Rialto, ancora transenne Dopo la colonnina, cede un masegno
Il simbolo di Venezia perde i pezzi. Forse per la pioggia un masegno è sprofondato: se ne sono accorti i turisti, che nel frattempo hanno ripreso a fare pic nic sui gradini di marmo che sabato erano stati chiusi perché scivolosi
VENEZIA. Il ponte di Rialto perde i pezzi. Dopo i sigilli alla scalinata in marmo davanti al Palazzo dei Camerlenghi perchè troppo scivolosa a causa della pioggia, ieri mattina è stata la volta del cedimento di un masegno sulla sommità del ponte, subito transennato con il nastro rosso dai vigili urbani.
L'ennesimo allarme per il fragile ponte che ormai da tempo dimostra tutti i suoi quattrocento e passa anni di storia è scattato ieri mattina, quando alcuni passanti hanno notato che una pietra era interamente sprofondata aprendo una piccola voragine sul lato che guarda il Fondaco dei Tedeschi.
Il masegno, forse anche a causa dell'abbondante pioggia del giorno prima, aveva ceduto lasciando il posto a una buca pericolosa. I vigili urbani, subito intervenuti sul posto, hanno provveduto a transennare la zona con quattro cavalletti e nastro rosso.
Sabato mattina, invece, era toccato alla rampa davanti alla Corte dei Conti resa insidiosa dalla pioggia. I gondolieri avevano contato almento tre scivoloni di altrettanti turisti e avevano allertato la polizia municipale.
In attesa di cospargere i gradini di un prodotto anti-scivolo, la scalinata era stata chiusa ma, un po' a causa del vento e un po' per il continuo passaggio di migliaia di turisti, la transennatura è durata poco. Già a metà mattina, infatti, le fettucce di plastica erano state rotte e la rampa è stata invasa dai pendolari in gita.
I gradini asciutti sono tornati così ad essere base d'appoggio di gente che si riposa, ragazzi che sfruttano la balaustra in lucido marmo per brevi scivolate in discesa e pic nic in compagnia.
Per il ponte di Rialto non è decisamente un bel periodo. Nei mesi scorsi era crollata una colonnina del parapetto probabilmente a causa del cemento usato al posto del piombo per fissare la pietra d'Istria.
A provvedere al restauro delle balaustre del ponte ci penseranno ora gli artigiani e il Consorzio dei tajapiera che nei mesi scorsi avevano presentato il loro programma: 60 mila euro di lavori offerti alla città dai maestri specialisti nell'intaglio della pietra per rimettere a nuovo con le tecniche antiche e tradizionali il lato del ponte verso palazzo dei Camerlenghi.
Ma il ponte necessita di un intervento più radicale e, per questo, il Comune sta cercando un grande sponsor sul modello del Colosseo. Tra i vari nomi che sono circolati c'è anche quello di Renzo Rosso, patròn della Diesel.
Secondo una prima stima, per rimettere in sesto il ponte più famoso del mondo calpestato ogni giorno da milgiai di turisti ci vogliono almeno cinque milioni di euro.
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