Pompe fuori uso, Palazzo Grimani a mollo
VENEZIA. Palazzo Grimani va a mollo al primo accenno di acqua alta - bastano 90 centimetri - e l’ingresso al museo archeologico e alle mostre nel cinquecentesco palazzo diventa praticamente impossibile. Manca infatti anche una passerella che consenta ai visitatori dall’ingresso del cortile di raggiungere le biglietterie. E le pompe idrauliche che dovrebbero assicurare il rapido svuotamento del museo dall’acqua sono rotte da tempo e non vengono riparate perché mancano i fondi.
A denunciare l’incredibile situazione con un proprio comunicato sono le segreterie territoriali della Flp e della Uil Pubblica Amministrazione, che chiamano in causa direttamente per la situazione il nuovo direttore del polo museale regionale Daniele Ferrara. «L’acqua alta, si sa» attacca il documento «a Venezia crea non pochi disagi; una volta che l’acqua defluisce da campi e calli e i masegni tornano asciutti, c’è un unico luogo in città che, anche a distanza di ore, rimane allagato e difficilmente accessibile…a meno che non si ami sguazzare come bambini con i piedi a mollo. Stiamo parlando del cortile del museo di Palazzo Grimani, l’ex bed and breakfast noto alle cronache (il riferimento è all’uso come proprio appartamento di servizio che ne faceva durante il suo mandato l’ex Soprintendente al polo museale veneziano Giovanna Damiani ndr), che, nonostante un sistema di paratoie e pompe, si trasforma in una piscina quando, nel migliore dei casi l’acqua infiltrata non defluisce, ristagnando proprio davanti al portone d’ingresso, rendendo difficoltoso e pericoloso l’accesso al museo, oppure nel peggiore dei casi si allaga completamente per il mancato funzionamento delle pompe, come accaduto in alcune occasioni».
Prosegue la nota sindacale: «Capita quindi che, mentre a Venezia l’allarme acqua alta è cessato e i turisti possono tranquillamente tornare a calcare le calli senza l’ausilio degli odiosi stivali, l’apertura di un museo prestigioso, ritenuta servizio essenziale, viene messa in crisi non tanto dai soliti custodi fannulloni e boicottatori delle italiche sorti, incuranti della figuraccia mondiale, bensì dall’inerzia di quei dirigenti che dovrebbero essere i primi garanti di quelle aperture. Il fenomeno dell’allagamento dell’ingresso al cortile di Palazzo Grimani è noto da tempo e stupisce che il dottor Ferrara, così solerte a impedire sul nascere ogni velleità assembleare tra i dipendenti del Polo Museale e delle Gallerie dell’Accademia, non si sia ancora accorto che in uno dei suoi musei diverse volte all’anno l’accesso al pubblico sia difficilmente praticabile e non abbia provveduto, predisponendo ad esempio una passerella, lunga qualche metro, per ovviare all’inconveniente e permettere l’ingresso dei visitatori in tutta sicurezza. Per quanto riguarda le pompe, invece, bisognerebbe intervenire con una manutenzione costante ma a quanto risulta a queste organizzazioni sindacali sembrerebbe che non ci sia la disponibilità economica per garantire manutenzione e interventi di ripristino straordinari. Ecco dunque, in questo piccolo esempio, il paradosso della Grande Bellezza dei beni culturali, la cui fruizione è stata dichiarata un servizio essenziale dal Ministro Franceschini, ma che nei fatti rimane ostaggio, non tanto di custodi scioperati e indolenti, bensì dell’incapacità del Ministero di fornire le risorse necessarie e dei suoi dirigenti di garantirne le condizioni minime per usufruirne confortevolmente».
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