Pompe bianche, il sindacalista dei benzinai: «Le compagnie fanno i prezzi. Noi destinati all’estinzione»

VENEZIA. È uno dei volti storici della vendita di carburanti sul territorio comunale, e uno degli ultimi baluardi che resistono all'avanzata delle pompe bianche in provincia.
Franco Bisiach lavora per una grande azienda di settore, e fa parte di Confesercenti. Un comparto, quello della vendita di carburanti per automezzi, che da molti anni risente della concorrenza di nuove aziende.
«Da parte nostra siamo responsabili della stazione di servizio, ma poi ovviamente al vertice di tutto c’è la società petrolifera», spiega il rivenditore di Favaro. «Sulle pompe bianche non abbiamo nessuna arma per difenderci, in questo contesto perdiamo solo clientela, e quello che si nota è che ogni tanto emergono queste inchieste in termini di evasione sull'Iva, che poi determina suppongo la possibilità di mantenere certi prezzi troppo concorrenziali.
Prezzi che non si riescono a contrastare. Si può arrivare addirittura a 20 centesimi in meno al litro rispetto a quanto viene venduto dalle grandi società petrolifere. Rimaniamo perplessi, anche se non abbiamo voce in capitolo. La società sopra di noi impone il prezzo, siamo meri esecutori sul posto, e prendiamo un margine di 5 centesimi al litro come guadagno, che poi defalchiamo su tutti i costi di gestione: luce, acqua, spazzatura e spese bancarie non indifferenti».
L’avanzata delle pompe bianche è datata inizio anni Duemila, e da lì è stata inarrestabile. Se poi di mezzo ci si mette anche la pandemia, i problemi crescono ancora di più.
S.B.
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