Pompe bianche, il sindacalista dei benzinai: «Le compagnie fanno i prezzi. Noi destinati all’estinzione»

Franco Bisiach lavora per una grande azienda di settore, e fa parte di Confesercenti. Un comparto, quello della vendita di carburanti per automezzi, che da molti anni risente della concorrenza di nuove aziende

VENEZIA. È uno dei volti storici della vendita di carburanti sul territorio comunale, e uno degli ultimi baluardi che resistono all'avanzata delle pompe bianche in provincia.

Franco Bisiach lavora per una grande azienda di settore, e fa parte di Confesercenti. Un comparto, quello della vendita di carburanti per automezzi, che da molti anni risente della concorrenza di nuove aziende.

«Da parte nostra siamo responsabili della stazione di servizio, ma poi ovviamente al vertice di tutto c’è la società petrolifera», spiega il rivenditore di Favaro. «Sulle pompe bianche non abbiamo nessuna arma per difenderci, in questo contesto perdiamo solo clientela, e quello che si nota è che ogni tanto emergono queste inchieste in termini di evasione sull'Iva, che poi determina suppongo la possibilità di mantenere certi prezzi troppo concorrenziali.

Prezzi che non si riescono a contrastare. Si può arrivare addirittura a 20 centesimi in meno al litro rispetto a quanto viene venduto dalle grandi società petrolifere. Rimaniamo perplessi, anche se non abbiamo voce in capitolo. La società sopra di noi impone il prezzo, siamo meri esecutori sul posto, e prendiamo un margine di 5 centesimi al litro come guadagno, che poi defalchiamo su tutti i costi di gestione: luce, acqua, spazzatura e spese bancarie non indifferenti».

L’avanzata delle pompe bianche è datata inizio anni Duemila, e da lì è stata inarrestabile. Se poi di mezzo ci si mette anche la pandemia, i problemi crescono ancora di più.

«Calcolando l’ultimo anno, ho perso il 40% di vendite, concentrate soprattutto nel periodo del lockdown dal 12 marzo a 5 maggio», aggiunge, «diminuzione di vendite che si è confermata pure in seguito. La situazione è difficile, se dovessi vivere solo con i carburanti avrei già restituito le chiavi dell'impianto. Solo i carburanti non permettono di tirare fuori uno stipendio da mille euro al mese a una persona. Negli ultimi tempi ho dovuto ridurre i dipendenti. Del resto, il nostro è un ruolo che è destinato a scomparire. Non c'è quasi più il rapporto di fiducia che una volta si instaurava con i clienti, con vari servizi correlati. Poi, guardi la tv e senti parlare di un giro di evasione nel settore dei carburanti pari a 6 miliardi di euro a livello nazionale. E ti chiedi come sia possibile. Ho sempre amato questo mestiere, sono sulla strada a lavorare da mezzo secolo ormai, e mi piaceva tantissimo. Farlo oggi è difficilissimo. Mio figlio aveva iniziato a lavorare con me, ma ad un certo punto gli ho consigliato di trovare un altro impiego, perché davvero non vedo luce in fondo al tunnel nel nostro ambiente. C'è troppa concorrenza sleale». —

S.B.
 

 

 

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