Pometon, vittoria Cgil «No all’accordo bidone»

MAERNE. Esulta la Fiom Cgil dopo aver incassato la sentenza favorevole del Tribunale del Lavoro di Venezia, che ha accolto il ricorso, presentato lo scorso anno, contro l’accordo separato sottoscritto alla Pometon di Maerne.
In pratica l’azienda metallurgica, con 177 dipendenti, dovrà restituire 5.400 euro ai 23 operai che si erano affidati agli avvocati della Fiom Cgil, Alberto Piccinini, Dino Bravin, Piergiovanni Alleva e Stefania Mangione. Soldi che nascono dagli arretrati di quattordicesima, premio produzione e altre voci retributive fisse previste nel vecchio contratto. La vicenda era nata a inizio 2013 e aveva assunto eco nazionale, con Fiom Cgil che si era rifiutata di firmare il contratto a partire dal successivo 1 aprile, considerato peggiore del precedente. La firma la mise infatti solo la Fim Cisl. Ci fu uno scontro in fabbrica perché il nuovo contratto era applicato solo agli iscritti alla Cisl: gli iscritti alla Cgil si vedevano applicata solo la parte di contratto nazionale, con una notevole decurtazione dello stipendio annuale, dato che una parte delle voci della retribuzione è affidata proprio alla contrattazione aziendale.
Non solo: la direzione aziendale e la stessa Cisl, per applicare il contratto agli iscritti Cgil chiedevano l’iscrizione alla Cisl di 200 euro. Un atteggiamento che aveva distrutto l’unità sindacale e aveva provocato la dura reazione della Cgil anche a livello nazionale.
Di qui il ricorso della Cgil per atteggiamento discriminatorio. Venerdì scorso è arrivata la sentenza dove si dichiara «il diritto di mantenimento in campo agli stessi delle voci retributive premio di produzione, assegno non assorbibile, il terzo elemento e la quattordicesima mensilità».
«Si rende giustizia» spiega il segretario generale di Fiom Cgil di Venezia Luca Trevisan «confermando le voci in busta paga. Così i diritti acquisiti restano e non possono essere messi in discussione. Credo che questa sentenza dimostri come le disdette aziendali degli integrativi, il calo unilaterale del salario e il peggioramento delle condizioni di lavoro, possono essere contrastate anche con azioni legali. Credo che gli accordi fatti per cancellare i diritti acquisiti con la contrattazione non dovrebbero mai essere sottoscritti dai sindacati, da chi rappresenta i lavoratori, tanto meno quando sono richieste da aziende, come Pometon, che da anni rinuncia agli investimenti».
Soddisfatti anche Giuseppe Minto e Alberto De Rossi, tra i rappresentanti di Fiom Cgil: «L’azienda dovrà ripristinare queste voci a tutti. A questo punto, mettiamo a disposizione i nostri uffici legali e la sentenza a tutti i lavoratori Pometon per valutare eventuali nuovi ricorsi contro quell’accordo separato».
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