Pometon, sequestrato il forno che ha ustionato i due operai

Maerne. Gli addetti sono ancora ricoverati in Rianimazione ma non sono in pericolo di vita Il direttore Puddu non riesce a capacitarsi dell’evento: «Stavano lavorando in assoluta sicurezza»

MAERNE. Il forno dello stabilimento Pometon a Maerne, dove mercoledì pomeriggio c’è stato un incidente sul lavoro, è stato messo sotto sequestro, mentre i due operai rimasti feriti da quel vapore bollente restano ricoverati in Rianimazione in prognosi riservata anche se non corrono pericolo di vita.

Il giorno dopo l’episodio nella fonderia di via Circonvallazione, la vita all’interno dell’azienda metallurgica è tornata alla normalità. Le indagini su quanto successo sono ancora in corso da parte dei tecnici dello Spisal dell’Usl 3 e pure il presidente di Pometon, Massimiliano Puddu, non riesce a capire cosa possa essere avvenuto. «Erano arrivati all’ultima carica», spiega, «e stavano lavorando in sicurezza, come accertato dai rilievi successivi degli esperti. Il forno non si è rotto, è pure piccolo, ed è escluso possa essere stata dell’acqua a provocare quella fumata».

M.C. di 52 anni di Mira è ricoverato a Verona, solo perché non c’era posto in zona, mentre D.C., 21 anni di Marghera, si trova a Padova. Entrambi intubati, hanno riportato delle ustioni di secondo e terzo grado al volto, alle braccia e alle mani e il più giovane ha pure una scheggia nella palma, ma si stanno riprendendo un po’ alla volta. Come può essere accaduto tutto questo se indossavano le attrezzature richieste? «Davvero non me lo spiego» continua Puddu «anche perché avevano addosso i guanti e non hanno preso fuoco. E dire che seguiamo ogni direttiva pervenutaci dallo Spisal».

Ieri lo stesso presidente è andato a far visita ai suoi dipendenti, si è sincerato delle loro condizioni e ha parlato pure con i rappresentanti sindacali. In questi anni si è lavorato molto sul tema sicurezza e quanto avvenuto l’altro ieri fa capire come la guardia non debba mai essere abbassata. Di certo, poteva andare peggio, anche se la dinamica è tutta da chiarire. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della caserma di Martellago. Per M.C. e D.C. chissà quante altre volte avevano fatto quel procedimento; al momento dell’incidente, rientravano nei quattro di turno e, all’improvviso, sono stati avvolti dalla fumata bollente che supera i 1.000 gradi. Un fatto insolito, dunque, perché si stavano facendo delle normali operazioni ed è confermato come non ci sia stato alcun botto: le prime informazioni, poi smentite, parlavano di un’esplosione. Subito è scattato l’allarme; sono state attivate tutte le procedure di sicurezza e avvisato il pronto soccorso di Mirano. Le prime cure sono arrivate dai colleghi, il 52enne e il 21enne non hanno mai perso conoscenza, hanno parlato e poi sono stati condotti all’ospedale. Il più giovane è stato portato al Centro grandi ustionati di Padova, mentre il più grande è finito nella città scaligera dopo un “passaggio” a Mestre. Nei prossimi giorni si dovrebbe avere una relazione più dettagliata su quanto avvenuto, così da far chiarezza sulle cause.

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