Poliziotto colpito, ustioni a mani e collo

Venti giorni di prognosi per il dirigente delle Volanti. Chi gli ha scagliato l’acido solforico è un pittore con precedenti penali
Di Federico Cipolla

«La prima cosa che ho pensato è che mi avesse lanciato del liquido infiammabile per poi darmi fuoco». Luca Miori, responsabile delle squadra Volanti, ieri è andato regolarmente al lavoro dopo il pericolo corso mercoledì sera, quando Sergio Manuel Solbes Casabuena gli ha lanciato addosso dell’acido solforico. «Era un rischio che avevo accettato», spiega Miori, «perché il mio compito era stare lì a distrarlo per consentire alle squadre speciali di fare irruzione. Mi rendo conto che rispetto al pericolo corso le conseguenze sono state decisamente limitate». I medici dell’ospedale dell’Angelo gli hanno dato 20 giorni di prognosi, per cui per un periodo sarà a mezzo servizio. Per lui ustioni alle mani, ai polsi e sul collo. Ma è sufficiente osservare le condizioni del giubbotto antiproiettile che Miori indossava per intuire cosa sarebbe accaduto se l’acido solforico, e non solo alcuni schizzi, lo avesse colpito poco più in alto.

È stato questo l’ultimo estremo tentativo del 46enne pittore spagnolo, da anni residente in centro storico, di liberarsi della polizia, chiamata da alcuni passanti che mercoledì poco dopo le 21 lo avevano visto mentre sparava alcuni colpi di pistola in aria (poi si scoprirà che si trattava di una scacciacani). Solbes Casabuena ha dato in escandescenza dopo un litigio con la fidanzata. All’arrivo degli agenti in calle dei Furlani, nel sestiere Castello, lo spagnolo si è barricato in casa. Dopo un tentativo di mediazione da parte degli agenti, Casabuena ha minacciato i poliziotti, ha puntato l’arma contro di loro, e infine ha lanciato dalla finestra l’acido solforico, finito addosso a Luca Miori. Poi l’irruzione nella casa che ha consentito di arrestare Casabuena. All’interno dell’abitazione gli agenti hanno trovato due pistole scacciacani, due teser e la bottiglia bianca di acido solforico, usata poco prima. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro. Il pm Elisabetta Spigarelli ha chiesto la convalida dell’arresto, sabato sarà interrogato. È accusato di resistenza, lesioni e spari in luogo pubblico.

Non è la prima volta che lo spagnolo fa parlare di sé a Venezia. Nel novembre del 2012 aveva tenuto sotto sequestro nella sua abitazione due giovani. L’uomo, in un locale, aveva conosciuto la coppia di studenti, e li aveva invitati nella sua casa di Castello per proseguire la serata. Dopo un po’, complice l’abuso di alcool, la serata degenerò. L’uomo impedì ai due ragazzi di andarsene, minacciandoli con una katana e un coltello da sub. I due, in preda al panico, riuscirono ad avvisare un amico che li raggiunse, aiutandoli a uscire da una finestra, dopo aver forzato il lucchetto che la teneva chiusa. I carabinieri, chiamati dalla coppia, trovarono l’uomo la mattina dopo. Di fronte alla perquisizione, Casabuena diede un’altra volta in escandescenza. Successivamente è stato condannato a 8 mesi per resistenza. Nel 2007 era stato arrestato per una rissa al Caffè Cavallo in campo San Giovanni e Paolo.

«È stata una grande prova di efficienza», è il commento di Diego Brentani, segretario provinciale del Siulp, «ma anche mercoledì abbiamo dovuto vedercela con strumenti inadeguati. Alcune radio si sono scaricate e gli agenti hanno dovuto utilizzare i mezzi personali per supplire a esse. Abbiamo chiesto che si provveda a dotarci di mezzi adatti. Delle 60 radio a disposizione 30 sono in manutenzioni da mesi, e quelle che abbiamo si scaricano facilmente».

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