Polizia locale armata oggi arriva il via libera
SAN DONÀ. Armamento della polizia locale, oggi si vota il regolamento. Nel giro di poche mesi gli agenti saranno dotati di pistola e potranno svolgere il terzo turno di notte. Una conquista per l’amministrazione che riesce laddove per anni ci sono stati solo tentativi. Ci sono le risorse, circa 20 mila euro, le pistole già acquistate e l’armeria predisposta. La Lega insorge con il segretario Alberto Schibuola che denuncia un errore nell’iter: «Approvare il nuovo regolamento con delibera di giunta riteniamo sua la procedura sbagliata perché la competenza spetta al Consiglio come del resto suffragato da varie sentenze del Tar. Ancora una volta si vuole esautorare il Consiglio comunale, unica vera sede di confronto politico, dalle sue competenze in nome di una presunta necessità di accelerare le decisioni e questo lo riteniamo grave oltre che non legittimo. Comunque anche tutte le procedure seguite per giungere all’armamento della polizia locale non le riteniamo corrette. Prima di decidere impegni di spesa per l’armamento era indispensabile che questo fosse approvato dal Consiglio e invece è stato fatto il contrario».
Il sindaco Andrea Cereser risponde alla Lega parlando di clamorosa gaffe. «Risulta offensiva la gaffe del segretario della Lega Alberto Schibuola», replica, «quando ritiene illegittimo che i regolamenti, relativi all’organizzazione del corpo di polizia locale e specificamente al loro armamento, vengano approvati dalla giunta. Offensiva non nei miei confronti, ma di quegli uffici e di quel personale comunale che si occupano di tradurre in atti amministrativi le decisioni dell’amministrazione, nel rispetto delle leggi. E questo non è corretto».
«In ogni caso risulta dagli atti che il regolamento di Polizia Locale vigente è stato approvato nel 2005 e modificato nel 2008, con una precedente amministrazione quindi, in entrambi i casi con delibera di giunta», aggiunge, «in entrambi i casi l’assessore con delega alla sicurezza, quindi competente sulla materia, era Schibuola. Che ora rimprovera altri di ricorrere agli stessi strumenti giuridici da lui utilizzati. Francamente sono stanco di dovermi occupare di rilievi di un livello così basso. Da un’opposizione mi aspetterei critiche con fondamento e uno sprone a fare meglio», conclude, «ho replicato a queste insinuazioni solo perché ritengo doveroso difendere il lavoro dei miei collaboratori, che non vanno coinvolti in beghe politiche. Ora spero di occuparmi di questioni più serie».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia