Polizia-informatici una convenzione anti ricatti sul web

In aumento i raggiri contro le aziende: siglata la prima intesa in provincia da Postale e RackOne. Occhio alle mail di offerte
Di Mitia Chiarin

Il contrasto ai crimini informatici presuppone un cambio di filosofia della Polizia postale che si apre allo scambio di tecnologia e informazioni anche con i privati. I ricatti informatici, più ancora che le truffe online, sono diventati un vero e proprio problema che riguardano privati e aziende. Sul fronte dei privati, sono i ricatti a sfondo sessuale a preoccupare. Due, tre casi la settimana in provincia di Venezia.

Ma il numero delle denuncie alla Postale è stabile, segno che tanti ci cascano e non denunciano. Il rischio, partecipando a giochi erotici in rete con belle sconosciute, filmandosi, è quello poi di finire poi sotto ricatto dall’estero, in particolare dalla Nigeria. Sul fronte delle aziende l’attuale nemico da combattere è il virus "Cryptlocker", un sistema che cripta i dati sul computer bloccandone l’attività: così i criminali possono passare al ricatto, chiedendo soldi alle aziende colpite in cambio della riattivazione dei dati. In provincia di Venezia per la prima volta la Polizia postale di via Cappelletto ha firmato un protocollo d’intesa con la RackOne, azienda specializzata nel Security cloud Data center di Noventa di Piave. Obiettivo, un continuo scambio informativo che dovrebbe aiutare il lavoro degli investigatori della rete. Il virus si aggiorna in continuo, ora riesce a scegliere di quali dati impossessarsi e nel contempo molte aziende non investono ancora in sicurezza informatica. «Molti ci contattano a danno avvenuto», dicono dalla RackOne, «Cryptolocker si sta diffondendo per la scarsa conoscenza del sistema informatico». «Tra i nostri clienti circa il 10% ha subito attacchi di questo tipo», spiega Daniele Turcato, amministratore delegato dell’azienda, «Il nostro è un servizio di back up online che consente il recupero dei dati, se tenuti non in linea con i computer dell’azienda». Daniele De Martino, dirigente della polizia postale, spiega che i ricattatori possono chiedere dai 500 euro in su di riscatto. L’accordo siglato ieri è il secondo in Veneto, altri quattro seguiranno a breve, con altre aziende specializzate.

Per il questore di Venezia, Angelo Sanna, una collaborazione di questo tipo «conferma l’impegno della polizia di Stato nel prevenire e contrastare i crimini informatici».

Nel web, che non è assolutamente sicuro come è insicura la vita nelle nostre città, bisogna guardarsi anche dalla pratica del “phishing”, specie con l’avvicinarsi del “Black Friday” del 25 novembre, quando tantissimi si metteranno a fare acquisti online magari per assicurarsi regali di Natale a basso costo. L’attacco, dicono dalla Polizia postale, è già ripreso alla grande con l’invio di migliaia di mail da siti fasulli costruiti apposta per ingannare l’utente e indurlo a effettuare acquisti o a lasciare i propri dati della carta di credito online.

Quindi, per non rovinarsi lo shopping, attenzione alle mail di offerte imperdibili in questi giorni. «Attenti ai link contenuti, apriteli su una nuova pagina e prestate la massima attenzione agli indirizzi», avverte il dottor De Martino, assieme al funzionario Letteriosaverio Costa.

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