Policlinico San Marco, altri 21 a casa

Seguono i 22 del 15 aprile, entro il 10 giugno le ultime 11 lettere: esplode l’indignazione di politici e sindacati Cgil e Uil
Di Simone Bianchi
SCATTOLIN MESTRE 22/02/08 Sala conferenze Centro culturale Candiani, conferenza sulla Sanità. Nella foto Pigozzo...© Bertolin M.
SCATTOLIN MESTRE 22/02/08 Sala conferenze Centro culturale Candiani, conferenza sulla Sanità. Nella foto Pigozzo...© Bertolin M.

Sale a 43 il numero di addetti licenziati dal Policlinico San Marco. Ieri è toccato a 21 tra infermieri e operatori sociosanitari ricevere la lettera e ritirare il badge per l’accesso alla clinica di via Zanotto. Un secondo passo, da parte del San Marco, dopo quello del 15 aprile scorso quando a casa vennero lasciati in 22 tra amministrativi (7) e ausiliari (15). Una mossa non certo inaspettata, dal momento che in molti temevano fosse solo questione di tempo. Ora in ballo ci sono ancora 11 dipendenti, sempre infermieri e operatori sociosanitari, che potrebbero avere la stessa sorte entro il 10 giugno. Con ogni probabilità il loro destino sarà legato alla concessione degli ulteriori 10 posti letto di hospice che il Policlinico attende ancora per portare il pacchetto complessivo del servizio a quota 25: la delibera in Regione è pronta da settimane, manca solo la discussione in Giunta per l’approvazione e la firma.

Critiche. A pioggia, quelle cadute da più parti sulla scelta dei vertici del Policlinico. «Non si capisce dove sia il raziocinio in questa decisione», argomenta il consigliere regionale Bruno Pigozzo (Pd). «Non doveva succedere, ce l’eravamo detti con Regione, Comune e proprietà. Significa rompere ogni possibilità di trattativa ulteriore. Mi sono sentito con l’assessore Coletto e anche lui era sorpreso e attendeva un confronto con il governatore Zaia. Analizzando però l’accaduto, non è stato fatto un passo avanti in Regione sugli ammortizzatori sociali da applicare al caso specifico e poi, analizzando i tagli operati in termini di budget sul Policlinico, i servizi che non saranno più erogati finiranno o per intasare l’Angelo e le liste di attesa, oppure per arricchire altre Asl o strutture simili».

«Trovo sconveniente quanto accaduto ieri», sottolinea Gennaro Marotta, consigliere regionale di Idv. «Non ho capito i tempi, perché in Regione c’era la volontà di trovare soluzioni. Giusta la lotta dei sindacati, ma ora per noi politici diventa più difficile trovare una soluzione a questa vicenda».

Sindacati. Paolo Lubiato (Cgil-Fp) entra a gamba tesa. «Questa mossa dimostra che l’hospice c’entrava ben poco nella decisione di licenziare anche il personale infermieristico e di assistenza. Riteniamo che siano già a rischio altri servizi senza questo personale e chiediamo a questo punto che la Regioni avvii una verifica capillare della qualità dei servizi erogati dalla clinica. I 10 posti di hospice a questo punto vadano altrove».

Francesco Menegazzi (Uil-Fpl) rincara: «Non solo quei 10, ma avvieremo una battaglia per far rivedere alla Regione anche la delibera che ha riassegnato i primi 15 posti letto. Tira un’aria bruttissima e il Policlinico si è messo in una posizione di isolamento. Valuteremo eventuali ulteriori passi». In posizione diametralmente opposta è la Cisl-Fp, con Dario De Rossi che avverte: «Grazie all’accordo che solo noi abbiamo accettato di firmare con il Policlinico San Marco si è passati da 74 potenziali licenziamenti agli attuali 43. Se verranno confermati i 10 posti letto aggiuntivi di hospice riteniamo che non ci saranno ulteriori esuberi, attivandosi quel “paracadute” che era stato previsto nell’accordo. Troviamo fuori luogo le posizioni assunte nel voler mandare altrove questi posti letto, non lo permetteremo mai. Stiamo parlando di undici dipendenti, cioè undici famiglie da tutelare. In questo la Regione avrà un ruolo fondamentale, adesso, altrimenti qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia