Policlinico S. Marco, a rischio gli stipendi di 350 dipendenti

La struttura avanza 22 milioni dall’Asl e prevede una spesa di 7 entro fine anno. Il vicedirettore: «Non è colpa nostra»

VENEZIA. I 350 dipendenti del Policlinico San Marco rischiano di non percepire gli stipendi del mese di dicembre e neppure la tredicesima. Sta infatti esplodendo il problema dei contributi che la struttura privata mestrina avanza dall’Asl 12. Una vicenda che si ripercuote dal 2010, facendo ammontare il credito a 21 milioni 944mila 900 euro. Non una bazzecola, anzi, un problema piuttosto grosso che il Policlinico ora non riesce più ad affrontare con le sole sue forze. «Purtroppo la situazione è tutt’altro che positiva – conferma il vicedirettore generale Francesco Camisa – I pagamenti dell’Asl 12 sono in estremo ritardo e non sappiamo come fare ad affrontare la situazione da qui a fine anno. Sono infatti previste per noi uscite pari a oltre 7 milioni di euro. Parlo di stipendi, certo, ma anche di pagamenti ai fornitori, imposte, mutui e altre scadenze fiscali».

I fornitori non sono una voce che il Policlinico può permettersi di trascurare. «Non li paghiamo a sei o nove mesi come accade anche in altri settori, noi rispettiamo le scadenze prima – prosegue Camisa – anche perché, senza i materiali, la struttura non va avanti. Il rischio è che la situazione ricada sui 350 dipendenti e non risparmierà nessuno: tutti potrebbero trovarsi con un ritardo sul pagamento dello stipendio di dicembre e sulla tredicesima. L’Asl 12 non ci ha corrisposto un euro nel 2011 e avanziamo contributi anche in merito al 2010».

Un caso, quello del Policlinico San Marco che però rischia di non essere il solo. Altre strutture sanitarie private potrebbero essere coinvolte, come Villa Salus, venendo a mancare i contributi dell’azienda sanitaria locale. «E’ una scelta dolorosa, quella che rischiamo di prendere verso i nostri dipendenti – conclude il vicedirettore generale del Policlinico San Marco – ma non è colpa nostra. Si è tuttavia ancora in tempo, ma non dipende da noi. Sono altri quelli che devono sbloccare i fondi o erogarceli direttamente».

E poi c’è la questione del taglio senza preavviso che la Regione ha fatto nei confronti delle quattro strutture convenzionate che si trovano sul territorio del Comune di Venezia. Oltre al Policlinico, anche San Camillo, Fatebenefratelli e appunto Villa Salus. Un 30 per cento in meno del budget 2011 che è un’ulteriore mazzata. Di conseguenza si potrebbe arrivare allo stop delle prestazioni convenzionate, con i pazienti costretti a pagare la tariffa in- tera oppure anche a rinunciare a una visita specialistica oppure ad un esame. E in questo senso, il lavoro svolto dalle quattro strutture convenzionate in questione, si è rivelato di basilare importanza nel corso degli ultimi anni. Non fosse altro per le lunghe liste d’attesa che in alcuni ambiti persistono nelle strutture pubbliche di zona.

«Il taglio trasversale del 30 per cento si basa su un preconcetto infondato – ricordava solo sabato scorso lo stesso Francesco Camisa – Cioè quello che il privato sia una fonte di spreco anziché, com’è in realtà, una opportunità di risparmio. Per soddisfare i nostri pazienti, a volte, lavoriamo anche in perdita, applicando uno sconto al servizio del 50 per cento».

Tradotto in numeri diventa un milione di euro in meno incassato. L’Aiop, la Confindustria delle cliniche, private ha fatto già notare che, avanti di questo passo, il rischio successivo sarà quello di arrivare a un drastico taglio anche del personale. In poche parole il futuro, procedendo in questa direzione, offrirebbe una riduzione di servizi al cittadino e la perdita di molti posti di lavoro.

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