Policlinico, altri licenziamenti in arrivo

Le trattative tra il San Marco e Cgil e Uil non portano a niente: 29 infermieri e operatori sociosanitari sulla graticola
Di Simone Bianchi

L’ennesimo nulla di fatto nelle trattative tra Policlinico San Marco e sindacati indica una sola strada: quella degli ultimi licenziamenti previsti dal piano di riorganizzazione e che poi rientrano nell’accordo siglato dalla proprietà con la Cisl per la riduzione degli esuberi. I 29 tra infermieri e operatori sociosanitari ancora in ballo rimangono perciò sulla graticola e solo una parte potrebbe “salvarsi” con l’eventuale potenziamento del servizio di hospice. Ieri mattina Cgil e Uil hanno ripetuto il presidio davanti ai cancelli della clinica di via Zanotto dalle 8 del mattino; poi ci sono stati l’assemblea del personale e quindi il faccia a faccia tra sindacati e proprietà.

«È bene che si sappia che la scelta di licenziare è del Policlinico e non nostra», commenta Sergio Chiloiro (Cgil). «Abbiamo chiesto una sospensione dei licenziamenti per poter proseguire la trattativa in Regione, ma il Policlinico si è trincerato dietro la firma dell’accordo con la Cisl e non c’è margine neppure per i contratti di solidarietà».

«Siamo delusi», rincara Francesco Menegazzi (Uil), «stiamo cercando una soluzione alternativa ma non c’è modo di riuscirci con la proprietà. Faremo dei tazebao per spiegare al San Marco cosa sono e come si attuano i contratti di solidarietà, e non ci fermiamo. Invitiamo tutti con gli striscioni alla manifestazione del primo maggio in piazza Ferretto».

La replica. «Il sindacato fa richieste e noi le valutiamo, ma dobbiamo anche far sopravvivere l’azienda», risponde Francesco Camisa, vicedirettore del Policlinico. «Non poniamo un muro, abbiamo partecipato con interesse alla trattativa, ma un accordo è stato raggiunto, seppur con la sola Cisl, per ridurre di 22 unità il numero di esuberi iniziale».

E sui 29 addetti ancora a rischio aggiunge: «La procedura va avanti nei termini discussi fin qui, prosegue dolorosamente, ma non c’è una scaletta temporale precisa. Sicuramente i tempi saranno stretti. Non facciamo alcun ricatto occupazionale, perché ciò che si è stabilito è solo frutto di una attenta analisi. In queste situazioni si dovrebbero abbassare i toni, lavorare nell’interesse delle persone e non prendersela con chi non c’entra».

Soluzioni. Ieri pomeriggio Cgil e Uil hanno incontrato il direttore generale dell’Asl 12, Giuseppe Dal Ben, e il direttore amministrativo, Fabio Perina. Si è discusso degli addetti già licenziati e della possibilità di ricollocarli. Nei prossimi giorni ognuno di loro avrà un colloquio personale con gli uffici dell’Asl veneziana per capire se ci sono spazi per un ricollocamento nell’azienda. In mattinata, sempre ieri, le Asl 12 e 13, il San Camillo e Villa Salus hanno parlato della situazione degli esuberi con la Regione. «Ancora una volta i vertici dell’Asl 12 si sono dimostrati molto disponibili in questa vicenda», sottolineano Paolo Lubiato (Cgil) e Francesco Menegazzi (Uil). «Valuteranno ogni singola posizione del personale in esubero, ma è chiaro che la Regione dovrà dare un chiaro input per risolvere la questione in maniera positiva».

Solidarietà. La Rappresentanza Sindacale Unitaria del Comune, in un comunicato, ieri ha espresso la propria solidarietà e il sostegno ai dipendenti della clinica. “Nell’esprimere la nostra solidarietà”, si legge, “chiediamo il massimo impegno a tutte le istituzioni: Regione, Provincia, Comune e Asl per evitare i licenziamenti e il dramma sociale della perdita di lavoro e di reddito».

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