Poliambulatori allagati il condominio risarcisce

La Cassazione conferma la condanna a 30mila euro per il residence “La Vela” Un’infiltrazione aveva danneggiato gli studi medici durante le vacanze natalizie
MESTRE. La colpa delle infiltrazioni e dell’allagamento che danneggiarono lo studio dentistico e poliambulatorio “Laguna Medical Center” durante la chiusura per le vacanze natalizie è da attribuire al condominio “La Vela” in viale Ancona, nel quale hanno sede gli studi medici. La sesta sezione civile della Corte di Cassazione, con una sentenza pubblicata nei giorni scorsi, ha confermato il risarcimento di 30mila euro da parte de “La Vela” nei confronti dei poliambulatorio, così come deciso nel marzo 2016 dalla Corte d’Appello di Venezia. I giudici di secondo grado avevano sostenuto che il condominio dovesse rispondere in virtù dell’articolo 2051 del codice civile sul “danno cagionato da cosa in custodia”. In primo grado, il ricorso del poliambulatorio era stato respinto.


A dir poco complessa la ricostruzione di quanto era successo durante le festività natalizie di dieci anni fa. Nel corso del processo d’appello, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice aveva ricostruito che l’allagamento era legato al percolamento di acqua proveniente dalle macchine per il trattamento dell’aria poste nel locale a cielo aperto situato al terzo piano dell’edificio. L’acqua, filtrando attraverso le canalizzazioni, era arrivata fino al soffitto del bagno al secondo piano dell’edificio. In quei giorni, gli uffici erano chiusi. E nessuno si era quindi accorto che, sempre a causa delle infiltrazioni, il soffitto in gesso si era rotto: quando i pezzi erano caduti, uno di questi era riuscito ad aprire un rubinetto. Ma sempre gli stessi pezzi di soffitto erano andati a ostruire lo scarico, con il risultato che il bagno del secondo piano si era allagato e le infiltrazioni avevano raggiunto anche i locali del “Laguna Medical Center” al piano inferiore, provocando i danni di cui la struttura medica ha chiesto i danni in tribunale. Nessuno si era accorto di quello che era successo fino al giorno in cui il poliambulatorio aveva riaperto i battenti. Secondo il consulente, come richiamato nella sentenza della Cassazione, «l’ipotesi più verosimile era che era stata proprio la caduta del soffitto a determinare l’apertura del rubinetto».


Il condominio “La Vela”, nell’impugnare la sentenza di condanna al risarcimento davanti ai giudici romani, aveva sostenuto tra l’altro come fosse più verosimile che la colpa potesse essere delle addette alle pulizie che avevano inavvertitamente lasciato un rubinetto aperto. Ma i giudici della Cassazione - presidente Uliana Armano - hanno confermato quanto deciso dalla Corte d’Appello veneziana, condannando il condominio a pagare anche le spese legali.


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