Polemica sul Vallone Moranzani, la nuova Marghera negata

La sentenza del Consiglio di Stato blocca l’interramento degli elettrodotti e le opere collegate. Bettin: «Reagiamo»

MARGHERA. La sentenza del Consiglio di Stato blocca il previsto e positivo interramento degli elettrodotti a Malcontenta per un cavillo procedurale, ma la città non si rivolta. Mentre per alcune opere che non si sono mai realizzate - come il Palais Lumière o la Sublagunare, tanto per fare qualche esempio – tutte le sue forze politiche, sociali e istituzionali si mobilitano; per un progetto già pianificato, autorizzato e in gran parte finanziato, come il Vallone Moranzani, sono in pochi ad aprire bocca. La Provincia di Venezia gira la testa e anzi, per bocca della presidente Francesca Zaccariotto, dice che il Consiglio di Stato ha fatto bene a bloccare il nuovo elettrodotto di Terna che dovrebbe essere interrato a Malcontenta per poter realizzare la grande discarica del Moranzani che dovrebbe ospitare oltre 2 milioni di metri cubi di fanghi inquinati scavati dai fondali dei canali. Nè alla Camera, nè al Senato sono state presentate interrogazioni sulla questione. Solo nella Municipalità di Marghera e nei consigli comunale e regionale se ne parla. Confindustria, invece, tace, malgrado si tratti di un’opera da quasi 1 miliardo di euro capace di mobilitare grandi e piccole imprese locali. Tacciano anche le associazioni artigiane, i commercianti e i sindacati dei lavoratori. E tace pure l’Autorità Portuale, interessata in prima persona visto che si tratta dei fanghi scavati per aumentare la navigabilità di tutti i canali portuali.

Eppure, l’Accordo di Programma per il Vallone Moranzani - che prevede, a fronte delle quote di smaltimento dei fanghi pagate dall’Autorità Portuale, una serie di opere pubbliche stradali, idrauliche e paesaggistiche – è stato firmato nel 2008 da tutte le istituzioni e forze sopraddette, con tanto di coinvolgimento della popolazione di Malcontenta e Marghera che si è potuta esprimere su tutti gli aspetti dell’Accordo di Programma.

«Questo silenzio è sconcertante» osserva, sconsolato, l’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin «per ora solo il ministro Flavio Zanonato si è preso a cuore il problema, ma tacciono il ministero dell’Ambiente e sopratutto quello dei Beni Culturali che secondo la sentenza del Consiglio di Stato non ha ben motivato il suo via libera al nuovo elettrodotto. Anche in città tacciono in troppi, nonostante l’Accordo Moranzani sia un pezzo della nuova Marghera, un progetto fondamentale per l’economia del Porto, per la salvaguardia ambientale, per la viabilità e la sicurezza idraulica del nostro territorio. Non capisco, poi, la presidente Zaccariotto, che butta via il bambino, cioè l’interramento delle linee aree di Malcontenta, con l’acqua sporca, ovvero il mancato interramento del resto della nuova linea tra Camin e Dolo». Anche l’ex Commissario allo Scavo dei Canali, Roberto Casarin, è sconcertato: «se il progetto Terna non viene ripreso si fermano i lavori del Moranzani; non si fa la discarica, restano nelle vasche di stoccaggio provvisorio oltre 170.000 metri cubi di fanghi, anche pericolosi; non si completano i lavori sulla viabilità che aspettano ancora i 5 milioni di ero promessi dalla Provincia che si sempre opposta al progetto di Terna, malgrado preveda, a fronte di 30 chilometri di nuovo elettrodotto aereo, salvo il tratto interrato di Malcontenta, la dismissione e successiva demolizione di oltre 100 chilometri i vecchi elettrodotti aerei ancora esistenti».

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