Polemica su via Vallenari: «Fuori la delinquenza dal campo»
Dopo gli arresti della banda che rapinava furgoni, Lega all'attacco: «Cacciari e Simionato chiedano scusa»

Alcune casette del villaggio sinti di via Vallenari
MESTRE.
«Qualsiasi elemento di irregolarità e delinquenza all'interno del campo sinti di Mestre deve essere isolato e perseguito». Lo dice con forza il sindaco di Venezia,
Giorgio Orsoni
, che ieri per primo ha commentato l'operazione dei carabinieri nei confronti degli abitanti del villaggio di via Vallenari. Orsoni rende merito ai militari dell'Arma: «L'amministrazione ha sempre avuto la chiara determinatezza di lavorare parallelamente su politiche sociali e rispetto della legalità: l'azione delle forze dell'ordine trova dunque il pieno consenso mio personale e del Comune perché ci permette di continuare sul percorso individuato con maggiore efficacia».
Ad accendere la miccia della polemica è il Carroccio, da anni in prima linea contro il trasloco del campo da una all'altra parte di via Vallenari e contrario ai milioni di euro spesi per realizzare le «casette». Entra a gamba tesa l'onorevole della Lega nord
Corrado Callegari
: «Per quest'ennesima riprova dell'errore madornale di costruire quelle villette fatte con i soldi della gente onesta che ha pagato le tasse, i veneziani ringrazino la «premiata ditta Cacciari-Simionato»: sindaco e Giunta devono gestire l'eredità del duo paladino di una banda di delinquenti. Il minimo è che l'ex-sindaco Cacciari chieda scusa alla popolazione».
«Ricordiamo - rincara la dose il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale
Alessandro Vianello
- che in tempi non sospetti era stato assicurato che gli "abitanti" erano "puliti", eppure è risaputo che molti fossero agli arresti domiciliari. Chi ha messo la firma sull'operazione garantendo per loro, abbia la dignità di andare a casa, quei tre milioni e mezzo di euro potevano salvare l'assistenza domiciliare. Non una scusa ai cittadini per quanto accaduto nelle parole del sindaco - aggiunge la Lega - non un senso di colpa nei confronti della comunità veneziana».
A togliersi diversi sassolini, è il consigliere di opposizione
Renato Boraso
, il quale chiede le dimissioni del delegato del sindaco, Sebastiano Bonzio, del vicesindaco Simionato e la testa del direttore della Caritas diocesana, monsignor Dino Pistolato: «Le organizzazioni "umanitarie solidali" che a carico delle casse comunali hanno seguito per anni queste famiglie, si erano accorte che oltre alle lavorazioni del ferro e del rame si dedicavano anche alla lavorazione di altri metalli e preziosi? Il Comune continuerà loro a dar le case e a pagare le bollette dell'Enel?». Lapidario il capogruppo del Pdl
Michele Zuin
: «Questo è uno de regali di Cacciari e mi piacerebbe vedere cosa pensa di questa integrazione che in realtà è stata una ghettizzazione». «13 arresti sulle 38 famiglie - chiosa l'assessore provinciale
Raffaele Speranzon
- danno la misura del livello di illegalità raggiunto da quel ghetto, con percentuali che non si registrano nemmeno a Secondigliano o a Scampia». «Oggi abbiamo la conferma - interviene la presidente della Provincia,
Francesca Zaccariotto
- che queste persone presentavano problematiche difficili da gestire e che il loro insediamento nel villaggio avrebbe richiesto controlli a garanzia della sicurezza dei cittadini che non ci sono stati». «Un'operazione salutare e benvenuta - commenta il consigliere del Pd
Gabriele Scaramuzza
- perché ci permette di distinguere e discernere il grano dal loglio, chi lavora e si tiene entro le regole comuni della legalità da chi compie atti illeciti che come tali vanno perseguiti».
Il capogruppo della Federazione della sinistra
Bonzio
, chiede che la vicenda venga letta con lucidità: «Inaccettabili sono le strumentalizzazioni di quegli esponenti politici che oggi richiamano alla legalità, dopo che mercoledì i loro parlamentari hanno salvato un ministro della Repubblica indagato per mafia». Per
Beppe Caccia
(capogruppo della lista In Comune «la polemica scatenata da esponenti della destra e della Lega è strumentale e ipocrita. Il Comune di Venezia non deve prendere lezioni di legalità da questi signori. E sono gli esponenti della Casta padana che difendono i mafiosi, come l'onorevole Callegari, che dovrebbero dimettersi».
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