«Poco chiare le transazioni proposte»
Il prezzo del silenzio. Le transazioni proposte dalle Banche Popolari Venete (Veneto Banca e Popolare di Vicenza) agli azionisti sono a senso unico, facendo leva sull’emotività del risparmiatore. Parole degli avvocati Alessandro Filippi e Marco Da Villa che assistono circa 200 clienti del Sandonatese. Gli azionisti veneti, molti dei quali hanno perso tutti i risparmi di una vita, si trovano a vagliare una proposta transattiva di difficile comprensione per loro e per nulla gratificante. «Nel dettaglio», spiegano, «Popolare di Vicenza offre 9 euro ad azione, mentre Veneto Banca pagherà il 15% del valore nominale dell’azione al momento dell’acquisto. I soggetti che beneficeranno di tali proposte sono i risparmiatori che hanno acquistato le azioni o i bond convertibili nel periodo compreso tra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2016. Le proposte sono sottoposte alla condizione sospensiva del raggiungimento dell’80% dei portatori delle azioni rientranti nel perimetro di applicazione della transazione.
Escluse da queste proposte le società di capitali. Il termine per aderire all’offerta è stato fissato per il 15 marzo 2017. Firmando la proposta di transazione i soci rinunceranno a ogni azione legale, sia civile che penale, nei confronti della banca.
I legali raccontano che, durante i colloqui con i risparmiatori, hanno notato che gli stessi non hanno proprio alcuna cognizione della portata degli accordi. «Una signora sandonatese», rivelano, «per esempio non era al corrente che firmando la transazione con Popolare di Vicenza avrebbe rinunciato anche all’azione penale che aveva autonomamente proposto depositando una semplice querela in Procura. Un anziano signore di Jesolo, che ha perso tutti i risparmi di una vita, non sapeva che la transazione proposta da Veneto Banca avesse natura non novativa, ovvero che la stessa mantenesse in vita il rapporto precedente con la conseguenza che aderendo all’accordo il cittadino jesolano che aveva dei debiti con la banca per dei finanziamenti, ma anche dei crediti, avrebbe rinunciato completamente al credito e alla possibilità di farlo valere in giudizio. Un cinquantenne di Eraclea, invece, non aveva compreso che nel caso di Veneto Banca il 15% è lordo e non netto. La somma, infatti, è calcolata come percentuale della perdita teorica del valore dei titoli. Come se non bastasse, per diversi risparmiatori le banche ancora devono riscontrare i reclami e consegnare i documenti. Come faranno allora i risparmiatori a operare una scelta consapevole senza nemmeno avere tutta la documentazione del rapporto che li riguarda?», si chiedono, «i soci devono sapere che la rinuncia è tombale, ovvero, non solo non si potrà agire nei confronti della banca, ma neppure verso altre società del gruppo, dei loro amministratori, sindaci, dipendenti, collaboratori, agenti, procacciatori, promotori finanziari, consulenti, attuali o pregressi».
Insomma, aderendo all’accordo proposto dalle Popolari venete i risparmiatori dovranno rinunciare a ogni azione legale di rivalsa dopo aver perso, come in diversi casi, i risparmi di una vita. E per i clienti le transazioni sono un vero labirinto.(g.ca.)
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