«Pochi soldi ma più servizi E le tasse devono restare qui»
MIRANO. Primo sindaco donna di Mirano, portavoce dei sindaci veneti e unica donna vice di Piero Fassino all’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani. Bilancio di metà mandato e nuove sfide per Maria Rosa Pavanello, al giro di boa del suo primo mandato da sindaco.
Un bilancio da sindaco: cosa è stato fatto e cosa avrebbe voluto fare?
«È stato un anno intenso, siamo riusciti a fare molte cose per la città. Penso, per esempio, ai lavori di ristrutturazione nella scuola Wolf Ferrari, alla conclusione del primo anno della Piazza delle Idee, che mette Mirano all’avanguardia in questo settore o al servizio di sorveglianza dei parcheggi affidato ai disoccupati, che coniuga sicurezza e aiuto sociale, infine al progetto Sprar per l’accoglienza dei richiedenti asilo. È stato anche motivo di soddisfazione apprendere che la città è tra i 100 Comuni più vivibili d’Italia. Avrei già voluto concludere la battaglia per far avere quanto spetta a Mirano per gli accordi sul Passante. Ma non dipende da noi: dobbiamo confrontarci con la Regione che continua a lamentare mancanza di fondi, che invece per altri Comuni ha già erogato».
Quali sono i principali problemi affrontati nel 2014?
«Gli stessi che rendono la vita quasi impossibile a tutti i sindaci: amministrare destreggiandosi tra i vincoli del patto di stabilità, con l’impossibilità di utilizzare risorse che abbiamo e potrebbero essere destinate a interventi obbligatori e urgenti, penso a quelli previsti dal piano delle acque. Invece molte energie sono utilizzate per trovare soluzioni per continuare a erogare i servizi e sopperire a continui tagli ai trasferimenti statali senza aumentare l’imposizione fiscale».
Cosa porterà il 2015 ai miranesi?
«Sarà il primo anno di Unione dei Comuni. Assieme ai colleghi sindaci e ai consiglieri coinvolti farò il possibile affinché questa nuova entità si sviluppi e funzioni al meglio, diventando punto di riferimento per altre esperienze simili».
Tracci un bilancio di metà mandato da sindaco.
«I ritmi di questi due anni e mezzo sono stati davvero intensi. Posso dire di essere soddisfatta perché alcuni degli obiettivi programmatici sono stati già raggiunti come quelli di tracciare un nuovo percorso di contenuti e sostenibilità per il Teatro di Mirano o della drastica riduzione del divario che avevamo a inizio mandato nella raccolta differenziata dei rifiuti, tutto senza aumentare la tassazione locale. Abbiamo inoltre avviato importanti azioni nel piano per l’energia sostenibile reperendo anche risorse economiche al di fuori del Comune. Certo, c’è ancora molto da lavorare e il momento storico-congiunturale non ci agevola, ma sono convinta che con l’aiuto di tutti e un po’ di fortuna, gli interventi avviati porteranno i risultati previsti».
Il 2015 sarà anche l’anno dell’Unione dei Comuni, che però finora ha fatto parlare più per le polemiche: cosa succederà ora?
«L’Unione, di suo, non ha dato spunti affinché se ne parlasse male o in maniera polemica, ma ha seguito il suo iter naturale in modo corretto. Chi ne ha parlato in termini negativi forse non ne ha compreso bene le caratteristiche e gli scopi. Nel 2015 comincerà a essere una realtà sempre più concreta e presente nella vita dei cittadini, iniziando a far percepire alcuni dei suoi pregi e dei vantaggi per cui è stata creata. Noi e altri Comuni inizieremo a razionalizzare e limitare la spesa».
Da presidente Anci Veneto e vicepresidente Anci nazionale su cosa punterà nel nuovo anno per dare voce alle richieste del territorio?
«Per funzionare bene Anci Veneto deve accogliere e comprendere le istanze di tutto il territorio che rappresenta. Di conseguenza è fondamentale anche un apporto attivo e propositivo dei Comuni. Nello specifico dei Comuni veneti gli obiettivi sono ottenere che quote sempre maggiori di tasse rimangano e vengano impiegate qui e assicurare ai sindaci la possibilità di far fronte al dissesto idrogeologico».
I nuovi incarichi la porteranno spesso fuori sede: come riuscirà a coniugarli con il ruolo di sindaco a tempo pieno?
«L’attenzione che dedico a Mirano non risentirà degli impegni con Anci. Il tempo che è necessario dedicare agli incarichi di presidente regionale e vicepresidente nazionale è perfettamente compatibile con l’attività di sindaco. Come vicepresidente nazionale sarò impegnata a Roma per una mezza giornata al mese. Poi molte riunioni vengono fatte in videoconferenza».
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