Pochi clienti, troppi vincoli pescheria “vuota” a Rialto
VENEZIA. La crisi di una città è riflessa nel suo cuore pulsante. A Rialto diminuiscono a vista d’occhio le botteghe, adesso anche i banchi di frutta e verdura e i rivenditori di pesce. In Pescheria ben quattro banchi hanno chiuso i battenti. Uno forse riaprirà. Ma adesso tra i negozi e i banchi di Pescheria vecchia e Loggia sono rimasti in 9. Metà di quanti erano pochi anni fa.
«Se muore Rialto muore Venezia», scuote la testa Cristina Donaggio, storica negoziante della Pescheria. Segnali di crisi che si vedevano da tempo. Adesso diventati preoccupanti. «Le cause? La burocrazia e i controlli. Ma soprattutto, la mancanza di clienti. Veneziani ce n’è sempre meno, e chi viene qui a comprare il pesce? Hanno fatto appartamenti turistici e Bed and breakfast ovunque. A chi danno da mangiare?».
La trasformazione è evidente da qualche anno. Negli ultimi mesi diventata drammatica. Si lamentano anche i rivenditori dell’ortofrutta. Sono rimasti in pochi, e spesso subiscono la concorrenza dei loro colleghi stranieri, che tengono aperto il banco 24 ore. Un commercio che cambia. Come quello di altri settori come le rivendite di giornali, anch’esse quasi tutte passate di mano con la vendita di quotidiani e riviste al minimo, largo spazio a cappelli e borse per turisti. Il sabato mattina a Rialto la gente non manca. Non si passa a una parte all’altra. «Ma tanti vengono per guardare e per fare le foto», dice un pescatore, «comprano solo i veneziani, e i veneziani sono sempre meno». Tante le misure annunciate negli ultimi anni per la tutela dell’area realtina. Quasi tutte fallite o rimaste nel cassetto. Il declino è cominciato qualche anno fa. Con il trasloco chiesto dal Tribunale dei banchi della frutta all’ingrosso. Merci e operatori erano stati spostati al Tronchetto. Il campo dell’Erberia è diventato da allora un ritrovo di giovani. E le attività economiche si sono adeguate. Il vincolo imposto dal Comune per l’apertura di bar e ristoranti è durato pochi mesi. Adesso i locali che hanno preso il posto delle antiche botteghe sono tanti. Così in Ruga degli Oresi. Alimentari spariti, souvenir al posto di prosciutti e formaggi, articoli per turisti ovunque.
E la Pescheria. Ieri mattina, sabato, metà Pescheria era vuota. «Da tempo chiediamo che il Comune si interessi di noi, ma non succede niente», dice Cristina, «i turisti aumentano, gli abitanti calano. Il mercato sta andando in malora. Quando ci sono le campagne elettorali vengono tutti qua a dare volantini, a salutarci e a fare promesse. Dopo, la situazione peggiora. Vorrei dire al sindaco Brugnaro e ai suoi assessori: venite a farvi un giro qui a Rialto. Capirete allora cosa sta succedendo un questa città. Fate qualcosa prima che sia troppo tardi».
Alberto Vitucci
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