Plebiscito on line, Zaia: “Popolo vuole indipendenza”
ROMA. A volere l'indipendenza del Veneto è soprattutto il «popolo». Il movimento che «da decenni» chiede la separazione netta di Venezia e dintorni dal resto d'Italia non nasce «dalle segreterie di partito», ma dalla società civile, che va «rispettata». Ecco dunque, che oltre a referendum on line e gazebo, comincia a muoversi anche la macchina istituzionale: «c'è una legge in discussione al Consiglio regionale per l'indizione di un referendum consultivo: ci stiamo impegnando per portarla avanti e votarla e diversi consiglieri trasversali si dicono disponibili ad approvarla». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, parla di indipendenza «totale» per la sua Regione. L'occasione è un incontro con i giornalisti della stampa estera a Roma. Preferisce non fare paragoni tra il caso della Crimea («non conosco bene la situazione, dovrei approfondire») e il Veneto, ma «prende atto del loro referendum» e sottolinea che «nel momento in cui un movimento avviene nell'alveo della democrazia, rispettando le regole e i cittadini» è positivo. Nel caso del Veneto, «ci sono oggettivi problemi di compatibilità con la Costituzione - confessa, andando al nocciolo della questione - ma il diritto internazionale ci dà ragione sul fronte dell'autodeterminazione e sulla possibilità di fare il referendum». Zaia sa che «non sono percorsi facili» e che i tempi non saranno brevi («non sarà indetto prima dell'anno»): «Per approvare il progetto di legge - avverte - ci vogliono 31 voti su 60 consiglieri. Immagino che poi il Governo impugnerà la legge, dirà che è incostituzionale, e il Veneto ricorrerà». Ma per una Regione «che paga le tasse e lascia allo Stato 21 miliardi di euro per la quota di solidarietà e sussidiarietà» e che «non ha i tempi di Roma, rimasta all'antica Roma», il suo Governatore vuole di più. Zaia guarda agli esempi di Scozia e Catalogna. «Il movimento indipendentista del Veneto - assicura - è trasversale, va al di là delle classi sociali». Non è neanche un movimento di destra, sottolinea Zaia, perchè ci sono persone «di sinistra» che lo sostengono. «Ci sono tanti sondaggi che girano - dice - è probabile che oltre la metà dei veneti voterebbe sì al referendum. Ci sono due motivazioni: la voglia di uscire dalla crisi e il tema culturale». Certamente, aggiunge, l'indipendentismo sarà uno degli argomenti da discutere in vista delle amministrative del 2015. Rivolgendosi ai cronisti, Zaia ammette di aver partecipato alla consultazione online di Plebiscito.ue e di aver votato «sì» all'indipendenza della Regione. Ha chiarito che se sarà indetto il referendum consultivo sarà per un'indipendenza «totale» («è un concetto giuridico chiaro»), «altrimenti è autonomia e federalismo». Ma sul nome che avrà la nuova entità «non ha la più pallida idea. Faremo un referendum» per deciderlo, conclude sorridendo.
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