Plasticone ed Ecodreaming attivata la disoccupazione

Gli ex dipendenti delle ditte fallite a Fossò e Gambarare riceveranno l’indennità I sindacati pronti alle vie legali contro le proprietà e per il recupero dei crediti

FOSSÒ. Ecodreaming e Plasticone Srl, per gli operai delle due aziende fallite di Fossò e Gambarare, in arrivo gli arretrati e nei prossimi giorni si attiverà anche la nuova forma di indennità di disoccupazione cioè la Naspi.

Per quanto riguarda la Ecodreaming ieri si è certificato da parte dei sindacati il mancato accordo sui licenziamenti collettivi e domani per i 25 dipendenti dell’azienda di Fossò sarà l’ultimo giorno di lavoro.

A comunicare il licenziamento collettivo era stato il curatore fallimentare Umberto Voltolina, nominato dal giudice Daniela Bruni del Tribunale di Venezia. I licenziamenti collettivi scattano dopo che sono stati posti i sigilli su tutti i beni mobili e su tutti gli altri beni dei falliti ovunque essi si trovino. Ecodreaming era un’azienda specializzata nella raccolta e trattamento dei Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Intanto ieri dopo il fallimento un primo risultato però è stato ottenuto dai sindacati Fiom Cgil e Slai Prol Cobas. «Ben tenendo conto che con questa condotta aziendale si sono persi 25 posti di lavoro siamo riusciti a far partire i saldi di cassaintegrazione per i mesi scorsi, un risultato che non era scontato», spiega Giuseppe Minto di Fiom Cgil, «Dalla prossima settimana i lavoratori potranno fare domanda per accedere alla Naspi la nuova forma di indennità in caso di disoccupazione».

Sono stati consegnati in questi giorni i cud e le buste paga mancanti. I sindacati sono pronti però a dare battaglia legale, con una denuncia della proprietà alla Procura. Questo prima di cercare di recuperare dallo Stato, per i lavoratori che saranno licenziati, contributi mai versati nelle buste paga negli ultimi anni dalla proprietà.

La situazione si sblocca anche alla Plasticone srl di Gambarare in via Maestri del Lavoro. In queste settimane, sono state consegnate le nove lettere di licenziamento che i lavoratori si aspettavano per poter accedere all’indennità di disoccupazione. L’azienda si occupava di riciclo e trattamento di materiali plastici. Fino a qualche anno fa navigava in buone acque. Poi dal 2016 le cose sono andate di male in peggio, ma, nonostante la crisi, l’azienda non ha chiesto allo Stato il contributo degli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti. «Oltre all’accesso alla Naspi», spiega Francesco Coco di Femca Cisl, «attivata con le lettere di licenziamento stiamo a buon punto nelle procedure per il recupero delle mensilità arretrate non pagate».

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