Pizzerie, novità servite in centro “Ae Oche” ci prova, “da Pino” ok

Riempito dopo un anno e mezzo il vuoto lasciato dal locale “Corte Sconta” ai Quattro Cantoni Chiudono “Non vedo l’ora” («Basta, inutile investire soldi in questa città») e il Caffè Silentes
Di Marta Artico
GIORNALISTA: Baschieri .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: la nuova pizzeria Da Pino in piazza Candiani che aprirà domani al pubblico
GIORNALISTA: Baschieri .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: la nuova pizzeria Da Pino in piazza Candiani che aprirà domani al pubblico

La catena di pizzerie “Ae Oche” apre ai Quattro Cantoni al posto della Corte Sconta chiusa da un anno e mezzo. Qualcuno che decide di puntare in città, nonostante tutto, c’è. Il turnover è altissimo, negozi e attività aprono e chiudono nell’arco di sei mesi. Si spostano, provano postazioni migliori, mettono in atto ogni tipo di strategia e stratagemma per far funzionare i locali, ma non tutti ci riescono. Qualche settimana fa l’inaugurazione di un’altra pizzeria famosa, “da Pino”, in piazzale Candiani. Due locali nuovi che credono, evidentemente, nel rilancio del centro della città.

La pizzeria “Ae Oche” ha aperto il 16 giugno in via Circonvallazione. «Per ora siamo chiusi solo il martedì», spiegano, «ma è una sperimentazione, poi potremo anche decidere di tenere aperto sempre». Menù fisso a pranzo che si può prenotare anche online, prezzi competitivi e scelta tra pizza e cucina. Wifi gratuito, menù appeso fuori e bilingue, italiano e inglese, 170 coperti e tutte le tendenze del momento: dalla pasta di kamut a quella senza glutine.

Si punta anche sui turisti, vista la zona, l’hotel a fianco, le comitive di cinesi e giapponesi. “Ae Oche”, a Mestre, si trova già in viale Ancona, oltre che a Venezia.

La novità del momento, in pieno centro, rimane sempre la pizzeria ristorante “da Pino”, che fa il pienone tutte le sere, specialmente sotto i portici. Anche qui menù bilingue per catalizzare turisti che non mancano e una svariata scelta di pizze, come da tradizione. «Per ora siamo molto contenti», spiegano all’interno, «vediamo come va, se continua così. L’effetto apertura in genere conta, ma è quasi un mese oramai, adesso attendiamo l’estate per capire se la gente resta qui o meno». Vale a dire: vediamo se il centro si svuota e si sposta tutto al Village di Marghera non essendo in programma grosse iniziative nel cuore di Mestre, oppure se i mestrini continueranno a uscire la sera e a frequentare locali e pizzerie.

Nonostante le aperture e le new entry, diversi locali sono in difficoltà. In via Brenta Vecchia ha da poco chiuso il bar a doppia entrata (si accedeva anche da via Olivi), “Caffè Silentes”, che a luglio dell’anno scorso aveva provato a vendere il caffè a 0,50 cent per battere la crisi, mentre alcuni lounge bar hanno cambiato gestione, tentano di rinnovarsi, di rifarsi il look, di attirare clienti con nuove formule.

Tra piazza Ferretto e Riviera Magellano, ha chiuso sabato sera “Non vedo l’ora” che lascia un buco nero nella galleria della Torre. «Non diamo la colpa a nessuno», spiegano i gestori, «non vogliamo più investire neanche un centesimo in questa città, a nostro avviso recuperare sarà difficilissimo e anche il nuovo sindaco chissà quanto ci metterà, vista la situazione. Le grandi catene non hanno questi problemi, ma qui evidentemente la gente preferisce andare a pranzo dai cinesi a prezzo fisso. Adesso cerchiamo lavoro sotto padrone».

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