Più videocamere ma la polizia locale resta disarmata
Sicurezza ancora in primo piano, massima collaborazione con i carabinieri e nuove videocamere per la sorveglianza della città, ma non si parla ancora di armamento della polizia locale. Ieri l’incontro in Comune con l’assessore alla sicurezza e vice sindaco, Luigi Trevisiol e il comando della polizia locale, ha affrontato ad ampio raggio la questione sicurezza a San Donà, un tema sempre caldo alla luce della recrudescenza dei furti nel Basso Piave. Ma per il momento non si parla di armare la polizia locale, presupposto per il turno di notte che comunque potrebbe essere organizzato anche senza arma in dotazione.
La Lega, con il segretario Alberto Schibuola, pungola l’amministrazione comunale: «Rischiamo che molti agenti si rifiutino di fare il turno di notte senza arma, e anche di intervenire in caso di emergenze particolarmente rischiose per la loro incolumità».
Il vice sindaco Trevisiol prosegue per la sua strada e invita a non alimentare tensioni o paure ingiustificate. «Abbiamo fissato un nuovo incontro con i carabinieri», ha detto al termine della riunione, «ci sarà un coordinamento per i servizi di controllo del territorio. Poi è stata decisa una completa revisione delle videocamere di sorveglianza, per lo più di vecchia concezione, che dovranno essere cambiate con i collegamenti a fibra ottica».
Si punta dunque su videosorveglianza, coordinamento con le altre forze di polizia e controlli di vicinato con la collaborazione dei cittadini. Il vice sindaco ha respinto al mittente le accuse in merito al mancato armamento, confermando che i dati sulla sicurezza non presentato una città a rischio. Ma il segretario Schibuola non è d’accordo, chiamato in causa per non aver lui stesso, da assessore alla sicurezza precedente, armato i vigili in tanti anni di giunta. «Non siamo riusciti ad armare la polizia locale», ricorda Schibuola, «perché persone come l'assessore Trevisiol al momento decisivo hanno sempre votato contro facendo saltare anche il distretto di polizia locale. Si parla di una spesa di circa 200 mila euro per armare gli agenti. Ci pare una cifra esorbitante e siamo convinti che siano sufficienti meno della metà dei soldi ventilati dall’assessore. Ci rattristiamo poi per i 23.700 euro per lo studio di fattibilità, impiegati per il trasferimento del museo della bonifica allìinterno del Monumento ai Caduti che potevano essere usati per contribuire alla sistemazione della videosorveglianza».
Giovanni Cagnassi
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