«Più risorse per la difesa del marchio»
Luciano Gambaro, presidente del Consorzio Promovetro, martedì era presente all’audizione di fronte alla Commissione Attività Produttive della Camera sulla crisi produttiva del distretto del vetro artistico di Murano
Contento di come è andata? «Sì, siamo molto soddisfatti perché non si è trattato di un incontro formale ma di una occasione ricca di favorevoli spunti e proposte. Ho apprezzato la convergenza di opinioni da parte di tutti, associazioni di categoria, sindacati ed enti istituzionali, sulle questioni ancora aperte sul vetro di Murano e la sensibilità nell’accogliere queste opinioni da parte della decima commissione. È apparso evidente come sia necessario lavorare assieme, ognuno con il proprio ruolo, per far sì che sia possibile guardare con serenità al futuro».
In concreto quali sono i risultati positivi?
«Grande importanza è stata data al problema della contraffazione, e di conseguenza alla necessità di identificare il prodotto originale tramite il marchio Vetro Artistico® Murano. Si è anche parlato della tutela ambientale, dell’occupazione e degli sgravi fiscali. È emersa inoltre la volontà comune di inserire Murano nel patrimonio dell’Unesco».
Come sta la filiera produttiva del vetro di Murano?
«Le aziende sopravvissute alla lunga crisi sono circa 150 e occupano 1.100 persone. Attenzione però, non si tratta soltanto di fabbriche per vetri di prima lavorazione, ci sono anche laboratori artigianali per vetri incisi, decorati e molati, specchi, articoli per illuminazione, perle, conterie, murrine e vetri a lume. Queste sono le autentiche aziende ancora esistenti».
Tutte queste aziende hanno il marchio?
«Il marchio non è obbligatorio, ci sono anche aziende di Murano che preferiscono non averlo, ma farebbero meglio a cambiare idea perché insieme saremmo più forti e il messaggio sul vetro originale sarebbe ancora più chiaro e utile al fine».
I consumatori hanno qualche colpa quando scelgono il vetro contraffatto solo perché costa meno?
«Beh, ci sono anche consumatori che prima di tutto vogliono un vetro artistico originale di Murano certificato, fatto nell'isola da secoli. Gente che sa questo vetro che vale economicamente di più proprio per la storia e il lavoro artistico che esso contiene».
E i consumatori che badano solo al prezzo basso, alla faccia del marchio?
«Ci sono anche quelli, naturalmente, ma dovrebbero sapere che il vetro artistico non certificato, a poco prezzo e contraffatto non solo è una scelta di cattivo giusto ma rovina anche il mercato ad un'attività produttiva che è oggi l'unica vera, autentica e antica rimasta a Venezia.
Il Consorzio Promovetro esiste da più di trent'anni e il marchio Vetro Artistico® Murano è stato istituito da una legge regionale dal 1994. Oggi però la concorrenza sleale resta un flagello. Cosa manca?
«Manca un adeguato rifinanziamento della Regione che ha fatto la legge e del Comune di cui Murano con la filiera delle vetrerie fa parte. Per sostenere il marchio bisogna promuoverlo continuamente attraverso una serie di eventi che costano per essere realizzati. Poi si devono mettere in capo le attività previste dalla legge regionale e quelle affidate al Consorzio Promovetro a cui nel 2001 è stata affidata la tutela del marchio».
Il Comune e la Regione non fanno abbastanza?
«Se c'è una legge e un marchio è perché lo hanno voluto le aziende e anche le istituzioni che debbono però essere coerenti e trovare le risorse per tutelare e promuove la denominazione d'origine dei manufatti artistici in vetro realizzati nell'isola di Murano, patrimonio della storia e della cultura secolare di Venezia».
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