«Più poteri alla città e fondi dal turismo»
La stagione dei ricchi finanziamenti della Legge speciale per Venezia non tornerà più ma il governo è disposto al dialogo con Ca’ Farsetti per concedere «maggiori poteri» che permettano, ad esempio, di «lasciare in città le entrate aggiuntive che derivano dal fenomeno turistico».
Enrico Zanetti, commercialista veneziano del Lido, viceministro all’Economia, apre la porta al dialogo con Ca’ Farsetti - suggerendo una strada che dovrà necessariamente essere maggiormente dettagliata - per trovare la formula, finita la stagione della Legge speciale, che garantisca alla città storica le risorse necessarie a garantire la salvaguardia del delicato equilibrio lagunare. Parlando dell’attenzione del governo e dei finanziamenti destinati alla città il viceministro, ieri a Mestre per presentare i comitati dell’area liberale per il sì al referendum, ha detto: «Credo che nessuno come questo governo stia cercando di ridare spazio a Venezia ma se il termine di paragone sono gli anni d’oro, parlo di quindici anni fa, quando c’era la Legge speciale per tutti e c’era tutto un altro contesto per l’intera economia nazionale allora è vero che quel che facciamo non è abbastanza».
È tuttavia impensabile per Zanetti, pensare che si possa tornare a quegli anni.
«Il punto è proprio questo», ha aggiunto, «rendersi conto che quegli anni non torneranno e che Venezia deve invece essere accompagnata in un percorso che non metta al centro la richieste di finanziamenti straordinari» ma piuttosto «maggiori poteri per potersi procurare da sola quei soldi che le servono e che può ambire ad avere grazie alla grande economia turistica che ha». La strada dovrà essere studiata insieme tra Venezia e Roma ma per Zanetti «è ipotizzabile lasciare a Venezia le entrate aggiuntive che la stessa sarà in grado di costruirsi da una gestione più attiva del fenomeno turistico, che rappresenta dovunque una risorsa a prescindere ma che in città ha bisogno di essere regolamentato: la città deve chiedere che i proventi finanziari che deriveranno da questa regolamentazione restino a Venezia e su questo fronte nel governo, a partire dal sottoscritto, troveranno tutte le sponde del caso». Un’apertura alle varie ipotesi messe sul tappeto nelle scorse settimane sia dall’amministrazione - con il sindaco che ha ipotizzato una sorta di tassa sulla presenza dei turisti inversamente proporzionale al numero di giorni di visita in città - in attesa che le proposte siano trasformate in delibere.
Per ciò che riguarda la gestione del turismo la proposta di Zanetti è quella di sempre: «Secondo me la gestione dei flussi turisti passa attraverso la creazione di una carta che potrebbe chiamarsi City Card o City Pass che permetta di gestire e controllare i flussi, qualcosa che comprende ma va oltre la tassazione dei turisti. So che sono state presentate alcune proposte da cittadini e associazioni, il Comune dovrebbe adottarne una».
Le proposte sono quelle presentate nei giorni scorsi: c’è quella di Pass4Venice (un Pass per Venezia) di Andrea Casadei e Francesco Versace, la proposta del mondo delle agenzie turistiche, rappresentate da Andrea Gersich di Alba Travel, e poi c’è il progetto Venezia Libera, di Roberta Bartoloni, una proposta con un sistema di tariffe differenziate a seconda dei percorsi - ad esempio chi viaggia in Canal Grande paga di più - e dei giorni in cui i turisti decidono di arrivare in città.
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