«Più passeggeri, il tram funziona»

I costruttori francesi hanno sviluppato un nuovo modello: «Pronti a offrire altre soluzioni a Venezia»
Agenzia Candussi, giornalista Chiarin. Rotonda di San Giuliano ,rotaia tram che da viale San Marco porta a cavalcavia S. Giuliano
Agenzia Candussi, giornalista Chiarin. Rotonda di San Giuliano ,rotaia tram che da viale San Marco porta a cavalcavia S. Giuliano
INVIATO A PARIGI. «Il Translohr a Venezia per noi è un onore. Ogni volta che dall’aereo in atterraggio al Marco Polo vedo il nostro mezzo passare sul ponte della libertà sono molto fiero». Parole di Guillaume Legoupil, direttore commerciale di Ntl, l’azienda che ha rilevato il ramo tranviario della Lohr, partecipata al 51% dal colosso francese dei trasporti Alstom e per il 49% da un fondo del ministero dei trasporti transalpino.


Sulla scelta dell’amministrazione lagunare di non proseguire con il sistema Translohr (il Comune ha rinunciato al finanziamento ministeriale da 15 milioni per il prolungamento fino a San Basilio, collegamento che al sindaco Brugnaro piacerebbe attuare con i bus elettrici) il tecnico francese non si scompone: «Per noi il tram a Mestre funziona. Lo dimostra il continuo aumento dei passeggeri» sottolinea. «Dove c’è un tram c’è una quota di persone che lascia la propria auto e sceglie il mezzo pubblico. È accaduto a Padova e accade a Venezia. Lo stesso però non succede con i bus».


Da qui la massima disponibilità a sviluppare ancora il progetto: «Se l’amministrazione veneziana ci contatterà, noi siamo disponibili».


Anche perché, nel frattempo, è nato il Translohr di seconda generazione, avviato a Parigi nel 2014, sulla linea T6. «Abbiamo migliorato la stabilità e l’aggancio del ruotino al binario. Questo rende il mezzo più sicuro e scongiura il rischio di deragliamenti» prosegue Legoupil «In più abbiamo aggiunto due motorini alle ruote che permettono al Translohr di affrontare pendenze fino al 13%, difficilmente percorribili con un tram normale» .


La linea T6 nella periferia sud della capitale francese collega zone residenziali con centri commerciali e direzionali: utilizza convogli di seconda generazione con ben sei vagoni, lunghi quindi 46 metri. Per fare un confronto a Mestre viaggiano venti convogli da quattro vagoni.


La linea parigina è stata completata l’estate scorsa con un tunnel che rende per l’ultimo tratto il Translohr una vera e propria metropolitana con le fermate sotterranee. L’intera linea T6 è costata 384 milioni di euro. E porta 50 mila passeggeri ogni giorno, circa 22 milioni ogni anno.


«Ntl ha in produzione nuove vetture per Clermont Ferrand, dove convivono mezzi di generazioni diverse» prosegue il responsabile commerciale dell’azienda francese «Ma stiamo sperimentando anche Aptis, un bus elettrico lungo 12 metri che realizziamo utilizzando la struttura di una carrozza di tram. Ha una superficie vetrata maggiore del 20% rispetto a un normale tram e la doppia ruota sterzante, sia anteriore che posteriore, che aiuta gli autisti ad accostarsi alle fermate. E per la ricarica abbiamo pensato a un pantografo al rovescio, cioè la ricarica rapida al capolinea sviluppata da Alstom. Insomma, se Venezia chiama possiamo offrire diverse soluzioni» .


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