«Più fondi per le case popolari» Pressing di assessori in Regione

Il caso Venezia: oltre 200 gli sfratti, 2800 persone in lista per un’abitazione e solo 150 assegnazioni Filippini: «Chiediamo più investimenti nell’edilizia sociale rispetto al social housing. È un’urgenza»
Di Mitia Chiarin
MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre nella foto Coin (C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre
MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre nella foto Coin (C) Bertolin Matteo richiesto da BOLIS MESTRE 13/06/2006 Panoramiche varie centro Mestre

Solo 150 alloggi Erp assegnati dal Comune di Venezia da inizio anno per una lista di attesa per una casa pubblica che è composta da ben 2.800 persone che hanno partecipato all’ultima graduatoria.

Sfratti, per lo più per morosità, che balzano quest’anno in città al numero record di oltre 200 rispetto alla media di 130-150 degli scorsi anni. Tristemente in linea con i recenti dati del boom di sfratti ed esecuzioni, denunciato dal sindacato inquilini del Sunia.

Un patrimonio abitativo di 5.000 alloggi, composti per il 60 per cento da alloggi Erp. E di contro, progetti per le case per giovani coppie e i ceti medi, come quelli del Social housing in gestiore all’Immobiliare Venezia che dovrebbero vedere il via ai cantieri solo nei prossimi mesi, penalizzati dalla crisi che ha colpito il settore dell’edilizia in tutto il paese.

Bastano questi dati, forniti dall’assessorato alla residenza del Comune di Venezia, Bruno Filippini, per confermare che l’emergenza residenza in questo 2013 fortemente segnato dalla crisi economica continua a preoccupare Ca’ Farsetti. Tema che si estende ora a tutta la Regione viste le lamentele emerse l’altro ieri a Padova quando si sono riuniti gli assessori alle politiche abitative dei capoluoghi veneti. Oltre a Filippini c’erano Giovanni Battista Di Masi (Padova), Marco Giorlo (Verona), Liana Manfio (Treviso), Antonio Saccardin (Rovigo) e Isabella Sala (Vicenza). Assente, ma giustificato, solo l’assessore di Belluno, Martina Ravagni.

Gli assessori, anche se le loro giunte sono di colori differenti, si sono ritrovati d’accordo nel denunciare con preoccupazione «la situazione abitativa nell’ambito dei loro Comuni e hanno avanzato», si legge in una nota congiunta, «la richiesta di un incontro con il presidente della Regione Luca Zaia e l’assessore regionale Massimo Giorgetti.

«Quella di investire risorse minori, provenienti dalla vendita di alloggi obsoleti, a nuove costruzioni Erp», spiega Filippini, «è una scelta sbagliata. Serve invertire la rotta per dare risposte ai cittadini a rischio povertà». La controversia riguarda la revisione della legge sull’edilizia Erp che prevede maggiori stanziamenti per il social housing. Scelta che i Comuni chiedono di rivedere per mantenere prioritario l’Erp a canone sociale «quale strumento necessario ai Comuni per l’attuazione di adeguate politiche abitative, specie nei momenti di grave crisi economica». I Comuni chiedono, poi, alla Regione di prevedere un ampliamento della pecentuale consentita di interventi per affrontare l’emergenza abitativa, offrendo maggiore flessibilità di azione alle amministrazioni comunali. E si chiedono che tutti gli interventi legati ad assegnazioni, spostamenti di alloggio e decadenze dagli alloggi Erp continuino ad essere gestiti dai Comuni.

Gli assessori, segnala ancora Filippini, hanno poi chiesto con urgenza di «rifinanziare con la dovuta regolarità e consistenza il fondo per la locazione così da assicurare un contributo a chi vive in abitazioni private in afitto, in modo tale da garantire un utilizzo».

E per le aziende Ater gli assessori sollecitano «massima trasparenza sulla disponibilità di alloggi per le assegnazioni e le mobilità» proprio con i Comuni che sono i loro interlocutori naturali.

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