«Più controlli sulle lavanderie self service»

Il presidente Zanin: più facile eludere rispetto ai lavasecco soggetti a norme rigide
«Dietro il proliferare delle lavanderie self service a gettone c’è il rischio di un crescente abusivismo e di una elusione fiscale». A lanciare l’allarme è Carlo Zanin, presidente delle pulitintolavanderie della Confartigianato Città metropolitana di Venezia, che dopo il recente incontro a Roma al ministero dello Sviluppo economico – ultimo di una fitta
road map
di confronti tra cui con Unioncamere nazionale e l’Anci su questo problema – lancia l’allarme anche in provincia.


La questione è semplice. «Per aprire un’attività commerciale, come quella delle lavanderie a gettone, bisogna seguire meno restrizioni normative rispetto l’apertura di un tradizionale pulisecco, al cui interno il titolare, o uno stretto collaboratore, per poter operare devono essere in possesso dell’abilitazione di responsabile tecnico» denuncia «Oggi invece assistiamo al proliferare delle lavanderie
self service
che parallelamente al noleggio della lavatrice e asciugatrice, unico servizio per cui sono abilitate, offrono ai clienti prestazioni aggiuntive che, per legge, si possono trovare solo nei pulisecco tradizionali. Eludendo così sia le norme sulla qualifica del personale, visto che spesso i servizi di stiratura, smacchiatura speciale e via dicendo vengono pubblicizzati e addirittura erogati nei locali, sia quelle fiscali dato che le self non sono tenute ad avere a disposizione un registratore di cassa».


Il risultato di questa situazione, prosegue il presidente Zanin «è che le lavanderie tradizionali, che pagano stipendi e tasse come da normativa rischiano di chiudere, e crescono le lavanderie a gettone dove è più facile eludere le norme e fare incassi extra erogando servizi in nero».


In totale in provincia di Venezia delle 150 lavanderie tra tradizionali e self service esistenti, circa un terzo sono a gettone, con una crescita esponenziale negli ultimi anni.


Per un motivo molto semplice, conclude Zani. «In quel modo è molto più facile fare i furbi, a danno degli artigiani dei lavasecco che debbono invece rendicontare tutto, essere in regola e pagare le tasse fino all’ultimo centesimo. Confido però che gli incontri che abbiamo fatto portino ad una maggiore chiarezza sui ruoli, rendendo così più facile l’opera di controllo e repressione».


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