Pistola in pugno si fanno dare l’orologio
JESOLO. Sembrava uno scherzo, ma era una rapina vera con tanto di pistola nel cuore del lido di Jesolo. Una brutta esperienza per un imprenditore altoatesino che martedì sera si trovava nei pressi di piazza Brescia per un incontro di lavoro. Ristoratore, arrivava dalla provincia di Bolzano in auto, direttamente per presenziare a questo appuntamento, dove doveva discutere di affari con un altro imprenditore del settore e residente nella zona.
Giunto all'altezza del passaggio pedonale davanti al Tropicarium Park, ha attraversato la strada per raggiungere la piazza. In quell'istante è sopraggiunto uno scooter con in sella due ragazzi. Indossavano il casco protettivo e quindi non erano visibili i loro volti. L'imprenditore ha avuto la certezze, dalla voce, che fossero due giovani sui vent'anni. «Dacci i soldi», hanno intimato all'uomo, vestito in modo elegante, all'apparenza straniero. Erano certi che fosse piuttosto facoltoso e facile dal colpire perché solo e un po' spaesato. Lui ha pensato, infatti, che fosse tutto uno scherzo, vista la giovane età dei due centauri che si immaginava sentendo la loro voce e il tono. Ha sorriso un po' imbarazzato, fino a quando il passeggero, seduto dietro, ha estratto una pistola puntata al petto. A quel punto ha capito che stavano facendo sul serio. La pistola sembrava vera: non aveva il tappo rosso di protezione che indica un'arma giocattolo o comunque finta.
I ragazzi lo hanno guardato negli occhi e gli hanno intimato a quel punto di sfilarsi l'orologio, uno scintillante "Eberhard" che aveva al posto, del valore di circa seimila euro. Ormai certo di essere vittima di una rapina, davanti alla pistola spianata a pochi centimetri di distanza, non ha opposto resistenza e lo ha consegnato ai malviventi che sono fuggiti a tutto gas verso Cortellazzo.
Si è dunque recato al commissariato della polizia di via Aquileia per la denuncia della rapina. Ha detto agli agenti che erano dei rapinatori molto giovani, che si sono espressi in italiano senza un particolare accento. Hanno parlato del resto molto poco, limitandosi a chiedere prima il denaro e poi l'orologio. Ha descritto il casco che indossavano, lo scooter in sella al quale sono arrivati e poi scappati a gran velocità. Una descrizione abbastanza precisa, anche se ovviamente incompleta. Le ricerche sono iniziate in tutto il territorio. Sentendosi braccati, probabilmente i rapinatori sono già diretti altrove.
Da tempo non si sentiva parlare di rapine al lido, tanto più di orologi dopo gli anni in cui imperversavano le bande specializzate nei Rolex addirittura con dei pericolosissimi uncini con cui arpionavano il polso dei malcapitati. In questi casi potrebbero essere dei trasfertisti che dopo uno o due colpi, cambiano zona e bersagli.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia