Pistola in pugno, rapina con ostaggi all'Admiral Club
MESTRE. Rapina con sequestro di persona all’Admiral Club, la sala slot di via Ca’ Rossa 25/B. Domenica notte tre persone armate e con il volto coperto sono entrate in azione mentre all’interno c’erano quattro clienti e due dipendenti. Dopo averli immobilizzati, i banditi hanno preso il denaro, incasso della serata. Alla fine sono scappati con circa tremila euro. Prima di andarsene hanno legato i presenti. Scattato l’allarme, sul posto sono intervenute le volanti della Questura. Delle indagini si occupano gli agenti della Squadra Mobile di Venezia. I banditi erano italiani e parlavano con accento veneto.
Sono le 2 di notte e la gran parte dei clienti è andata via. All’interno della sala slot ci sono due dipendenti e quattro clienti. All’improvviso fanno irruzione tra le slot tre uomini giovani. Hanno il volto coperto da un passamontagna e impugnano tutti delle pistole. Si tratta di armi semiautomatiche, tipo quelle in dotazione all forze dell’ordine. Parlano poco, ma si fanno capire ben quando dicono di essere lì per una rapina e che i dipendenti, conviene a tutti, devono consegnare i soldi dell’incasso della giornata. Mentre due dei banditi tengono a bada i presenti e controllano l’entrata della sala per evitare sorprese, il terzo arraffa il denaro che trova. Forse i banditi pensavano di mettere assieme un bottino molto più consistente. Ma non c’è tempo per andare a guardare se ci sono casseforti o altri luoghi dove è possibile trovare altro denaro. Alla fine mettono assieme circa tremila euro. Pochi soldi rispetto a quello che in certe giornate possono trovare.
Il piano è studiato nei particolari. Infatti oltre a dimostrare di conoscere il posto dove si muovono, i tre banditi prima di uscire riuniscono i presenti e li legano in modo che non diano immediatamente l’allarme alle forze dell’ordine. Il blitz dura circa una decina di minuti, forse meno diranno poi i presenti alla polizia. Quindi escono e si allontanano. Sempre stando ai testimoni se ne vanno in auto perché sentono il rumore del motore.
Solo dopo due ore, verso le 4, clienti e dipendenti riescono a liberarsi e a chiamare la polizia. Sul posto intervengono alcune volanti. Mettersi a caccia dei banditi oramai è inutile. Infatti è ormai trascorso troppo tempo dalla loro fuga. I poliziotti avvertono i loro colleghi della Squadra Mobile e della scientifica. I primi ora si stanno occupando delle indagini. Gli agenti della scientifica hanno passato, invece, al setaccio i punti dove si sono mossi i banditi alla ricerca di qualche elemento che possa portare alla loro identificazione.
Stando ai rapinati i tre parlavano con accento veneto. Come accade in questi casi gli investigatori hanno cercato eventuali filmati di sistemi di videosorveglianza posizionati in zona. Ma da quelli visionati fino ad ora, ad iniziare dal sistema interno della sala, ben poco è emerso di utile. Infatti i banditi appaiono sempre con il volto coperto.
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