Piscina “islamica”, acque agitate. E l’appuntamento diventa fisso
MESTRE. C’è il presidente della Regione Luca Zaia che tuona contro il rischio di islamizzazione, i neo fascisti di Forza Nuova che minacciano di presentarsi in cinquanta domenica prossima in piscina, Sel che lancia l’appello alla mobilitazione per garantire invece che tutto fili liscio e una lunga serie di commenti che, complice forse anche la campagna elettorale, stanno facendo del progetto alla piscina del parco Bissuola un caso nazionale.
«Lasciateci vivere», dice Tiziana Agostini, a capo di quell’assessorato per le donne che sostenendo l’idea della Uisp e con la collaborazione dell’associazione Nuotatori veneziani, che ha in gestione l’impianto, ha promosso l’iniziativa delle piscine solo per donne: per tre domeniche - quella appena trascorsa e le prossime due - la piscina, dalle 9 alle 10.30, è riservata alle sole donne, con l’obiettivo di coinvolgere soprattutto quelle di religione musulmana che così possono nuotare nel rispetto dei loro precetti religiosi e quindi lontane da occhi maschili. Apriti cielo: il progetto, realizzato sull’esempio di ciò che a Torino si fa già da cinque anni, ha radicalizzato il confronto spolverando quello scontro tra civiltà teorizzato dal politologo Samuel Huntington vent’anni fa. «Ma che scontro, qui parliamo di vita quotidiana, di dare la possibilità a donne di usare la piscina, senza togliere nulla a nessuno», spiega l’assessore Agostini.
«Non vogliamo imporre il nostro stile di vita a nessuno e non vogliano che nessuno ci imponga uno stile di vita. Questa è solo una possibilità di confronto, realizzata anticipando l’apertura dell’impianto, e posticipando di poco la piscina per tutti. È la possibilità di un confronto, come sanno le donne che erano in piscina domenica, come me». Tanto più che, dopo le prossime due domeniche e i mesi estivi - la piscina coperta chiude - l’iniziativa del nuoto per sole donne (e bambini) potrebbe diventare un appuntamento fisso.
Un’ipotesi che fa rabbrividire quelli di Forza Nuova: «Domenica 18 maggio saremo a fare il bagno per protestare contro la discriminazione sessuale e religiosa imposta dal Comune». Una provocazione alla quale Federico Camporese (Sel) replica così: «Dobbiamo garantire che questa iniziativa avvenga con la massima tranquillità e dare un segnale diverso, di accoglienza e rispetto, ai nostri concittadini di fede e cultura diversa. Mi auguro di non essere lasciato solo, e che anche gli altri segretari e rappresentanti delle forze democratiche di questa città possano schierarsi e contribuire a far sì che domenica, alla piscina del parco, si nuoti in acque tranquille». Ieri Prima il Veneto ha preparato un documento a firma di Alessandro Vianello per il prossimo consiglio comunale. Chiederà al sindaco di revocare la decisione. Ieri è intervenuta anche l’ex ministro Cecilia Kyenge: «L’inclusione deve essere accompagnata sia dalla società civile, sia dalle istituzioni e va accompagnata da educazione civica, informazione, sensibilizzazione. I cambiamenti culturali non avvengono dall'oggi al domani».
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