Piromane innamorato in carcere

Portogruaro. Tre anni e sei mesi all’uomo che nell’ottobre 2016 incendiò due garage condominiali
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - I RESTI DOPO L'INCENDIO GARAGE IN VIA BASILICATA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - PORTOGRUARO - I RESTI DOPO L'INCENDIO GARAGE IN VIA BASILICATA
PORTOGRUARO. Matteo Scaini, 37enne portogruarese, rinchiuso in carcere a Pordenone, è stato condannato ieri mattina a 3 anni e 6 mesi di reclusione.


Lo ha deciso ieri il giudice monocratico del Tribunale di Pordenone, Eugenio Pergola. L’uomo è accusato di essere il piromane che il 9 ottobre scorso aveva appiccato il fuoco due volte in quattro ore nel garage sotterraneo del condominio San Giacomo, di via Basilicata. Il Pm che indagò sulla vicenda, Mariagrazia Zaina, aveva chiesto 4 anni di carcere. Scaini era difeso dall’avvocato del foro pordenonese Francesco Lazzarin. La vicenda tenne con il fiato sospeso un po’tutta Portogruaro il 9 ottobre scorso. I vigili del fuoco vennero chiamati una prima volta, attorno alle 8 del mattino. Quel giorno era domenica, e molti inquilini del condominio stavano dormendo. I pompieri riuscirono a spegnere abbastanza facilmente le fiamme, ma, incredibilmente, dovettero tornare attorno a mezzogiorno, perché era divampato un secondo incendio, stavolta ben più consistente. In entrambi i casi era stato adoperato liquido infiammabile. Alcune famiglie furono evacuate e per diverse ore non poterono tornare nella propria abitazione. Il secondo evento provocò danni per decine di migliaia di euro. Fu distrutto completamente un box e vennero danneggiate dalle fiamme anche alcune parti in comune della residenza, come gli scarichi sanitari. Le indagini dei carabinieri della stazione di Portogruaro, furono serrate, e nel giro di un giorno i militari riuscirono subito a stabilire la paternità degli episodi delittuosi, anche grazie alle telecamere. Le attenzioni vennero indirizzate quasi subito su un inquilino di quel condominio, proprio Matteo Scaini, un nome che non risuonava nuovo ai carabinieri. Secondo il rapporto fornito dall’Arma alla magistratura Scaini avrebbe appiccato il fuoco come forma di rivalsa nei confronti di una donna sposata, di cui lui si era invaghito senza essere ricambiato. Quelli messi in atto il 9 ottobre furono subito considerati dai militari dell’Arma e dai magistrati di Pordenone come gesti assolutamente folli, che avrebbero potuto provocare conseguenze molto gravi per l’intero palazzo e per la salute delle persone del rione di Beata Maria Vergine.


Rosario Padovano


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