“Pirata” scovato da 9 mesi ma ancora niente giustizia
Un calvario lungo oltre un anno, tra operazioni, visite, terapie e un iter giudiziario in alto mare. Era il 25 febbraio di un anno fa quando uno scooter investì Umberto Marotta, 64 anni, già direttore della Fondazione Venezia e presidente della Fondazione Alma Onlus. L'incidente avvenne sulle strisce pedonali di via Fradeletto, all'imbocco di via Cecchini. Il conducente del ciclomotore non si fermò lasciando a terra il ferito.
Marotta si salvò, rimase ricoverato per diversi giorni per la frattura di una vertebra, l'appiattimento di altre e varie lesioni, per una prognosi di tre mesi. Per lui è cominciato un lungo calvario di sofferenza fisica, fatto di operazioni (un delicato intervento di stabilizzazione della colonna vertebrale), riabilitazione, busti da portare, terapie, problemi di respirazione. Una via crucis a cui vanno aggiunte le conseguenze nella vita di tutti i giorni, per l'impossibilità di svolgere le numerose attività di prima, professionali in primis. «Sono amareggiato per non aver più avuto notizie sull'esito delle indagini in corso sulle persone che mi hanno provocato questa situazione e mi auguro che nel frattempo non commettano altri incidenti e siano assicurati alla giustizia», aveva scritto in una lettera alla polizia municipale. «Spero che altri non debbano patire quello che ho patito io. Non è una questione di rivalsa né di vendetta, ma solo di giustizia. Credo di averne diritto».
Per ottenere giustizia si è rivolto a Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità civili e penali, la quale si è subito attivata, sia sul versante penale sia su quello civile, chiamando in causa il Fondo Vittime della Strada. La municipale grazie anche all'ausilio delle immagini delle telecamere della zona è risalita all'investitore, un 43enne di Martellago, D.L., appurando anche che lo scooter era sprovvisto di copertura assicurativa. «Da nove mesi però è tutto bloccato», spiegano dallo Studio 3A. «Il problema nasce dal fatto che, alla luce dell'evoluzione delle indagini e dell’individuazione successiva del responsabile, sul caso sono aperti numerosi procedimenti: uno per lesioni colpose, iscritto nel registro del giudice di pace, e tre per omissione di soccorso: ad oggi la Procura di Venezia non ha ancora provveduto a riunirli».
«Crediamo sia ora e tempo che venga data una risposta a Umberto Marotta e alla sua famiglia», conclude Ermes Trovò, presidente di Studio 3A. «È inconcepibile che dopo tutto quello che ha dovuto subire e a fronte dell'individuazione del responsabile, non abbia ancora ottenuto giustizia né alcun risarcimento».
Marta Artico
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