Piove nelle aule studenti in sciopero
Mirano. Lunedì mattina la manifestazione all’8 Marzo «Costretti a stare al freddo e a fare lezione con i giubbotti»
MIRANO. «Scuola da trent’anni in condizioni disastrose, noi protestiamo». È indetto per lunedì 27 lo sciopero degli studenti dell’8 Marzo e del liceo Majorana, che protestano per le condizioni in cui versa la loro scuola. Alle 8.30 nella piazzetta del comprensorio scolastico si troveranno per far sentire la loro voce. I ragazzi protestano per le aule e i corridoi allagati ogni volta che piove, per le temperature gelide che all’interno della struttura, nei giorni scorsi, hanno raggiunto anche gli 11 gradi e per l’abbondanza di piccioni che rendono indecente la struttura. Inoltre, come puntualmente accade, ogni qualvolta piove, gli studenti sono costretti a dotarsi di secchi, stracci e cartoni per fare in modo che la scuola non vada letteralmente sott’acqua. Enormi pozzanghere infatti sono apparse due settimane fa, nei corridoi, dopo il violento acquazzone. «E ormai non se ne può più», dicono gli studenti.
Così anche se la Città metropolitana sta facendo i sopralluoghi e ha destinato dei fondi per la manutenzione e ristrutturazione del complesso 8 Marzo-Lorenz, Levi e Majorana-Corner, gli studenti comunque lamentano che i lavori sono in ritardo. «Ormai», dice Carlo Marigo rappresentante dell’istituto 8 Marzo, «questa situazione di disagio ci perseguita da molti anni. I fabbricati del nostro istituto risalgono al 1970 e ora presentano notevoli problemi. A ogni acquazzone i corridoi del nostro complesso scolastico si allagano tanto da formare pozze ovunque, e questo perché il montaggio delle grondaie è stato effettuato al contrario. A creare il disagio più forte però è il freddo. Nei corridoi i termosifoni non funzionano, e in questi giorni il gelo ci costringe a girare per la scuola tutto il giorno con i giubbotti. Inoltre dentro le aule il riscaldamento non funziona mai regolarmente. La società che ha in gestione il riscaldamento (Appalto Consip) dovrebbe garantire 19 gradi più 2, ma queste temperature da noi non esistono, si parla di 13-14-15 gradi al massimo nelle aule e nei corridoi, dove decine di collaboratori lavorano tutto il giorno, sembra di stare all’aria aperta. Sono trent’anni che questa scuola ha gli stessi problemi. Una vergogna, ma noi non ci fermiamo».
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