«Piove dentro l’Angelo» Berti accusa, l’Asl nega
Piove dentro l’ospedale dell’Angelo, il Movimento 5 Stelle grida allo scandalo ma la struttura sanitaria smentisce categoricamente. A venire in possesso di una serie di immagini che mostrerebbero le carenze della struttura veneziana, è il consigliere regionale pentastellato Jacopo Berti che ha reso pubblici diversi scatti degli interni del nosocomio di Mestre colpito e “affondato”, a suo dire, dal temporale. «Piove dentro l’ospedale dell'Angelo, il simbolo della sanità di Galan», spiega in una nota diffuda ai media, «un ospedale che ci costerà (secondo le perizie riportate) 1 miliardo e 200 milioni di euro circa a fronte di un costo reale di 250 milioni. Doveva essere la struttura del futuro e invece ci piove dentro. È un edificio già fatiscente, che deve essere ancora pagato e che sta affossando la sanità veneta, destinata a diventare la nuova immagine simbolo degli sprechi in Veneto. Dopo il Mose, c'è l’ospedale dell’Angelo. Gli scatti in questione mi sono stati inviati domenica sera dopo la pioggia. Ormai i cittadini si rivolgono a noi perché siamo la loro ultima speranza contro la politica che continua ad alimentare questo sistema marcio di sprechi».
Berti, vicepresidente della Commissione sanità, annuncia: «Stiamo già lavorando ad un’interrogazione all’assessore alla sanità e a Zaia. Pretendiamo una presa di responsabilità da parte della Giunta. Lo chiede il M5S, ma soprattutto lo chiedono i pazienti dell’ospedale».
L’azienda sanitaria, mediante una nota dettagliata, smentisce e anzi, lascia intendere che il consigliere regionale avrebbe preso un granchio. «Non una goccia d’acqua entra nell’ospedale dell’Angelo se le finestre sono chiuse», si legge. «Chiunque abbia messo piede all’Angelo, e non parli da lontano a partire da foto ricevute via email, sa che all’ospedale d’estate le finestre sono sempre aperte e che restano aperte anche in caso di temporale in una posizione che, pur impedendo l’ingresso dell’acqua, permette il ricambio dell’aria. Come accaduto altre volte, senza danno alcuno, la particolare intensità del temporale di domenica ha permesso alla pioggia di entrare: in queste occasioni, mentre si aziona la chiusura ermetica della vetrata, rinunciando al ricambio dell’aria per il tempo del fortunale, si bagna l’area del ballatoio al primo piano e l’acqua arriva al più nel giardino della hall, un’area “aperta” altrimenti innaffiata artificialmente. L’acqua viene subito raccolta dal personale e la cosa non crea il minimo danno, né disagi, neanche minimi. Nessun area operativa dell’ospedale delloAngelo ha il benché minimo problema di tenuta: lo sanno benissimo i pazienti, i degenti, gli operatori. È sconcertante che non lo sappia, e che parli per sentito dire, un consigliere che siede proprio in commissione Sanità».
Marta Artico
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