Pinault, l'arte non rende più
Addio Christie's, ombre su Punta della Dogana e Palazzo Grassi. L’imprenditore-collezionista mette in vendita la casa d’aste
L’emiro del Qatar e, in alto Francois Pinault sbarca a Venezia
Dopo tanto comprare, l'imprenditore-collezionista Francois Pinault è pronto a vendere, a cominciare da uno dei suoi "gioielli" più cari: la casa d'aste Christie's, che è, con Sotheby's, la più importante del mondo. Pinault - ora forse meno "liquido" di un tempo - l'ha acquistata nel 1998, per un miliardo e 200 milioni di dollari, e il suo ingresso dal mercato del lusso in quello dell'arte ha seguito di pari passo la sua ascesa come collezionista d'arte contemporanea, l'ultima passione.
Chi ha criticato lo sbarco in laguna dell'imprenditore francese - prima con l'acquisto
di Palazzo Grassi e poi con la "conquista" di Punta della Dogana - ad uso esclusivo degli artisti della sua collezione, metteva proprio in relazione anche le sinergie possibili tra questi palcoscenici privilegiati per le sue opere e il possibile "surplus" per Christie's legato alla loro rivalutazione, una volta reimmesse sul mercato.
Forse solo malignità, ma sta di fatto che Pinault sembra già stanco del "giocattolo" Christie's che - complice la crisi economica degli ultimi due anni - non renderebbe
più come un tempo e i potenziali acquirenti si fanno avanti.
Del resto Pinault ha già in famiglia un "tifoso" da tempo della vendita di Christie's:
il figlio Francois-Henri (marito dell'attrice messicana Salma Hayek) che non condivide l'ossessione artistica di papà e non ritiene sufficientemente redditizio quel tipo di investimento.
Tra i possibili compratori, quello che si è più esposto, in questi giorni, con un'intervista al Financial Times è l'Emiro del Qatar Hamad Ben Khalifa Al Thani, «vecchia conoscenza» anche a Venezia, visto che lo scorso anno aveva affittato il Teatro La Fenice e tre alberghi, per festeggiare con il suo seguito e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un galà l'avvio del rigassificatore di Rovigo - il primo in Italia - alimentato dal carburante del Paese arabo. L'Emiro punta molto su cultura e comunicazione per il suo Paese - maggior esportatore mondiale di gas liquido - ha già lanciato la rete televisiva Al Jazeera, acquistato a Londra i grandi magazzini Harrods, una delle icone mondiali dello shopping di lusso, comprate quote significative della Barclays Bank e della Wolkswagen.
Ora si accinge a costruire un faraonico museo d'arte nel Qatar e il "serbatoio" di Christie's gli farebbe comodo. Si è detto «pronto a comprare, se si presenta l'opportunità giusta». Anche due fondi di private equity si erano fatti avanti già lo scorso anno per sondare Pinault sulla vendita di Christie's, ma forse i tempi non erano ancora maturi. Certamente se l'affare si concluderà, sarà a un prezzo molto superiore al miliardo e 200 milioni di dollari pagati a suo tempo da Pinault, ma c'è da chiedersi se al disimpegno dal mercato dell'arte dell'imprenditore, seguirà anche quello da collezionista di arte contemporanea. I segnali, per ora, non ci sono, ma l'attività al rallentatore di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, limitata ormai solo alle opere della sua collezione, "ruotate" ogni anno e mezzo, qualche dubbio
lo lascia.
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