Pilota e marinaio del lancione ubriachi: passeggeri a rischio
Venezia. Un passeggero terrorizzato aveva chiamato la polizia. Il comandante del mezzo Alilaguna non riusciva nemmeno a spegnere i motori. Condannati
VENEZIA. A chiamare la volante della polizia era stato, la sera del 18 marzo 2013, un passeggero decisamente preoccupato per le condizioni in cui si trovavano il comandante e il mozzo dell’Alilaguna a bordo del quale stavano viaggiando.
E in effetti, una volta arrivati all’altezza del canale di Tessera dove si trovava il lancione, i poliziotti avevano potuto constatare che Marco Vinci (40 anni di Venezia), comandante del natante, aveva l’alito che sapeva di alcol, faticava a reggersi in piedi, parlava con difficoltà e non era neppure in grado di spegnere i motori. Sia il comandante che il marinaio, Alessandro Ruberti (24 anni di Venezia), erano stati sottoposti all’alcoltest che aveva dato un risultato senza ombra di dubbi: per il primo, il risultato del test era superiore a 1,50 grammi per litro di sangue, per il secondo 1,03, poi calato a 0,96.
A Vinci e Ruberti, la Procura contestava la violazione del codice della navigazione per aver messo a rischio l’incolumità dei dodici passeggeri a bordo, essendosi messi rispettivamente al timone e in servizio a bordo del lancione pur essendo in stato di ebbrezza.
Ieri la giudice del tribunale monocratico di Venezia Claudia Gualtieri ha letto la sentenza: Vinci è stato condannato a quattro mesi di reclusione, Ruberti a venti giorni, oltre al pagamento delle spese processuali.
La giudice Gualtieri ha riconosciuto le attenuanti generiche visto che si tratta di persone incensurate e che hanno dimostrato un atteggiamento collaborativo con le forze dell’ordine. Per entrambi, la pena è stata sospesa. La giudice non ha riconosciuto la maggiore punibilità dei due imputati prevista dal codice della navigazione, tenuto conto che in seguito al fatto non si sono verificati né incendi, né naufragi, né tantomeno la sommersione del natante.
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