Pilkington, futuro buio per la crisi immobiliare
MARGHERA. Nessun segnale di ripresa del lavoro alla Nsg/Pilkington di Porto Marghera, dove i 175 dipendenti sono in “contratto di solidarietà” con orari ridotti e l’intervento della cassa integrazione fino a settembre del 2013.
Anzi, il mercato immobiliare e l’edilizia, a cui la multinazionale Pilkington (passata da qualche anno sotto il controllo del potente gruppo industriale giapponese, Nsg) vende i suoi vetri speciali, non accenna a risollevaresi dalla lunga e pesante crisi, iniziata nel 2008 in Italia come nel resto del mondo.
Nello scorso dicembre, il vertice di Nsg/Pilkington - sotto pressione per le proteste sindacali e gli appelli delle Istituzioni locali - aveva confermato la fermata a freddo del forno “float” per la produzione di vetro per l’edilizia, con procedure tecniche e investimenti tali che ne permettano «un efficiente riavvio in caso di riapertura dell’attività produttiva a Marghera» nel prossimo futuro se ci sarà la tanto attesa ripresa del mercato immobiliare e si sbloccherà la crisi dell’edilizia. Fatto sta che i mesi passano e il forno ad altissime temperature resta in “fermata”, così alla Pilkington la portineria resta addobbata di bandiere e striscioni sindacali. Nei giorni scorsi i delegati sindacali aziendali della Femca-Cisl veneziana non hanno firmato l’accordo che prevede non solo il trasferimento di un macchinario (spout) dalla sede di Marghera ad uno dei suoi stabilimenti in Inghilterra per recuperare circa 70 mila euro, ma anche un’ulteriore riduzione dei turni di lavoro per chi torna in fabbrica per garantire le manutenzioni del forno e degli altri impianti.
«I delegati della Femca-Cisl», spiega una nota stampa, «contrariamente alle altre organizzazioni sindacali, hanno ritenuto opportuno non firmare l’accordo, vista la precarietà della situazione aziendale con il sospetto che questo tipo di vendita dello spout sia solo l’inizio di uno svuotamento graduale dello stabilimento di Marghera, man mano che si verifichi la necessità, a favore di altri siti e per reperire pezzi d’impianto compatibili. I lavoratori sono molto preoccupati di questa scelta, poiché il reparto di taglio fuori linea del 2 millimetri era, come sottoscritto negli accordi in sede ministeriale, assieme al reparto laminati, una linea produttiva del sito per l’edilizia di Pilkington a Marghera, sulla quale investire per ampliare il più possibile la gamma di prodotti da presentare sul mercato, soluzione che mette anche in forte discussione le intese sottoscritte». «Come già richiesto», conclude la nota stampa della Femca-Cisl in cui ribadisce di essere pronta ad attuare le azioni più opportune per contrastare le decisioni aziendali« riteniamo sia necessario al più presto convocare un incontro con il presidente di Pilkington Italia, Marcovecchio e le organizzazioni sindacali territoriali, oltre a un incontro urgente in sede ministeriale previsto dalle intese sottoscritte, per affrontare e risolvere una volta per tutte questi problemi che, dopo sei mesi, sono ancora aperti, applicare correttamente gli accordi firmati e definire con chiarezza quale sia il futuro del sito di Marghera più volte definito e ritenuto strategico dalla stessa Pilkington».
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